Poche nascite, molte fughe all’estero. Sarebbe spopolamento se non fosse per gli arrivi da Cina, Filippine, Est europeo. Il saldo migratorio per la Sardegna è positivo grazie agli stranieri. Ma l’allarme resta. Soprattutto per il rischio desertificazione delle zone interne. Il futuro non promette niente di buono. “Entro due anni ci sarà il punto di svolta – spiega il presidente Acli, Mauro Carta – il flusso migratorio non riuscirà a compensare le perdite”. La proiezione al 2060 dice che la popolazione scenderà di quasi 300 mila abitanti assestandosi intorno a 1,3 milioni di abitanti. Sembra segnato anche l’avvenire dei paesi, cinquanta, che ora sono sotto i 500 abitanti. Sono alcuni dei punti chiave della riflessione sull’analisi dei flussi migratori e dello spopolamento nell’isola promosso da Acli e Iares, Istituto Acli per la ricerca e lo sviluppo. I numeri: il saldo naturale (differenza nascite e morti) fra il 2013 e il 2014 segna meno 3.344 abitanti. Unica eccezione la provincia Olbia-Tempio. Ma gli arrivi, nello stesso periodo sono stati 26.824. Risultato: popolazione sarda che passa da 1.640.379 a 1.663.859 abitanti. Con un saldo totale che arriva a quota 23.480. I comuni – è stato spiegato dal presidente Acli – in cui si registra un saldo naturale negativo sono 302 su 377 (79%). Mentre per quanto riguarda i comuni con saldo migratorio negativo si arriva al 33,2%. In questi casi si parla di tendenza pura allo spopolamento: sono i centri che vengono trascurati anche dal flusso migratorio in entrata. Una rovinosa caduta. Anche perché se calano gli abitanti sono destinati a diminuire anche i servizi per la popolazione. E ora bisogna fare i conti con la nuova emigrazione dei sardi. Diversa da quella con la valigetta di cartone: la fuga questa volta è di persone qualificate in cerca di rivalsa lontano da casa. Numeri da decifrare: ma le partenze in un anno (dati 2013) sono state oltre 6.500 di cui 2.254 all’estero. Ma dove vanno i sardi? Le regioni preferite sono Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto. E in Europa? Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi.
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