Sassari, per la città con un solo cinema il sogno del multisala è più vicino

Dopo anni di attesa il multisala a Sassari è finalmente più vicino. Domenica 17 aprile sarà l’ultimo giorno di proiezioni prima dell’inizio dei lavori che trasformeranno il cinema Moderno in multisala. Termine dei lavori sarà questo autunno, in tempo per la nuova stagione 2016/2017. Nel frattempo, però, i sassaresi non rimarranno a digiuno di film perché sarà sempre aperto l’auditorium dell’istituto tecnico Dessì-Lamarmora di via Monte Grappa che, da più di un anno, offre alla città la possibilità di avere uno schermo in più.

L’addio ai cinema storici. Questa data è per certi versi “storica” perché segnerà una cesura tra un prima e un dopo. Un prima con un capoluogo di provincia – con un utenza di 130 mila abitanti – che ha visto, per via della crisi del settore, lo spegnersi lento dei proiettori dei cinema storici. Prima l’Ariston nel 2011, poi il Quattro Colonne nel 2013, mentre il Verdi ha eliminato i film per dare spazio agli spettacoli teatrali. Se si guarda però nel lungo periodo, si è passati dagli otto schermi del 1964, ad uno solo cinquant’anni dopo. In mezzo tanti sogni nel buio del proiettore ma anche qualche aneddoto, come l’arresto di Dario Fo nel 1973 al cinema Rex durante la rappresentazione di “Guerra di popolo” e “Mistero buffo” per resistenza a pubblico ufficiale. Così come non mancano le storie curiose: l’Astra, nato in epoca fascista come centro della “Gioventù italiana del Littorio”, si è poi trasformato negli anni Ottanta in sala a “luci rosse” che nel periodo natalizio inseriva nel pomeriggio i cartoni animanti per bambini per poi riprendere di notte la programmazione con titoli decisamente meno “disneyani”. Oggi, dopo un lungo periodo di chiusura e restauri, in quanto edificio posto sotto vincolo dalla soprintendenza, attende la sua definitiva destinazione d’uso non vietata ai minori. Centro polifunzionale o cineteatro sono le opzioni possibili, ma rimane ancora da sciogliere il nodo sulla proprietà, suddivisa tra Comune e Provincia. Le ultime notizie lo davano per pronto entro il 2015, ma ormai l’anno è passato e un altro è arrivato quasi a metà.

Verso il multisala cittadino. La struttura di viale Umberto, il Moderno, è rimasta quindi l’unica ancora in piedi e funzionante. Testimone di una stagione lunghissima e irripetibile, fatta di alti e bassi, un po’ come è il rapporto dei sassaresi con la “Settima Arte”, andato di pari passo con il destino dei suoi cinema. Sino al 2014 il Moderno è stato gestito dalla famiglia Guarino per poi passare ad Alessandro Murtas, presidente dell’Anec Sardegna ed esercente del cinema Odissea a Cagliari. Insieme ad una cordata di imprenditori culturali sardi e non, ne ha rilevato la gestione, avviandone la trasformazione in multisala. Una sfida non da poco, perché buona parte delle multisale si trovano in aree periferiche, vicino o addirittura inglobate in centri commerciali, qui invece nascerà dentro Sassari nello stesso luogo del Moderno, di cui rimarrà l’involucro esterno, mentre al suo interno tutto sarà diverso. Come un’araba fenice, animale mitologico che risorge dalle sue ceneri, da una sala, ne sorgeranno ben quattro. Un ampliamento degli schermi che significa aumento dei film programmati e quindi maggiore possibilità di scelta.

Il dopo è da scrivere: in ballo non c’è solo la scommessa di portare nuove persone al cinema, ma far tornare nuovamente quel pubblico che mano a mano se ne era allontanato. I numeri generali sembrano infatti meno sconfortanti di quel che si pensi. Certo sono lontani gli anni in cui d’oro, ma quel milione di biglietti in più staccato nell’isola nel 2015 su un totale nazionale di 100 milioni è pur sempre una boccata d’ossigeno da non sottovalutare. E sarà interessante vedere se Sassari, con questa rivoluzione degli schermi, potrà dare l’anno prossimo un risultato incisivo a questa media, tenendo conto sia del fattore “matematico”, ovvero un bacino di utenza di 130 mila persone, sia di fiducia nelle nuove sale.

Francesco Bellu

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