Un cerchio fatto di mani strette e persone unite da un sentire comune: è il senso dell’iniziativa Sa Die in Tundu che la neonata associazione omonima ha pensato per celebrare Sa Die de Sa Sardigna. Tra qualche giorno si festeggerà il 28 aprile del 1794, giorno in cui una rivolta popolare sarda portò alla cacciata dei Piemontesi e in particolare del viceré Vincenzo Balbiano e i funzionari sabaudi colpevoli di non avere accolto le richieste del Regno di Sardegna: la ricorrenza fu istituita nell’ottobre 1993 e da allora è sentita come festa del popolo sardo.
Accanto agli eventi organizzati dalla Regione Sardegna, distribuiti tra 24 e 30 aprile tra Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano e Alghero, l’associazione Sa Die in Tundu ha pensato a un evento collettivo, semplice ma efficace: tanti cerchi di persone in tutta l’isola, ma non solo, in contemporanea nella giornata del 28 aprile prossimo.
“Come ogni anno migliaia di sardi in tutto il mondo ricorderanno i giorni della cacciata dei piemontesi e delle rivolte antifeudali guidate da Giovanni Maria Angioy come un momento di unità e di libertà – sottolineano gli organizzatori – Molti di noi parteciperanno ad eventi di commemorazione e di ricordo dei fatti del 1794 e in tanti leggeranno articoli e ricorderanno sui social network quelle giornate di lotta per la giustizia e per la libertà. Tuttavia, dopo tanti anni di festeggiamenti, non esiste ancora un momento unico per il ricordo collettivo della festa, uno spazio condiviso per sentirsi un popolo unito che cammina assieme per la costruzione del proprio futuro. Per questo abbiamo deciso di realizzare Sa Die de sa Sardigna in tundu: un evento che tenga assieme tutti i Sardi, a prescindere dalle differenti appartenenze, attraverso la realizzazione di un piccolo gesto simbolico che ci permetta di condividere tutti assieme lo spirito della festa e il suo significato più profondo”.
Partecipare all’iniziativa è semplice: cittadini singoli, associazioni, comitati, movimenti, sindacati, organizzazioni politiche, istituzioni locali, imprese, gli enti territoriali e chiunque condivida lo spirito di questa iniziativa può comunicare agli organizzatori la propria adesione insieme a luogo e ora in cui verrà formato il cerchio.
“Tutti i cerchi umani realizzati in quella giornata rappresenteranno il nostro popolo e la sua storia. Sa die in tundu non è nient’altro che un flashmob diffuso organizzato e realizzato da un popolo intero, un modo per sentirsi parte di un destino condiviso e di raccontarlo al mondo attraverso i social network e i nuovi media. Un modo come un altro per restituire fiducia a noi stessi attraverso la forza delle relazioni, un modo per raccontare il senso della circolarità per le nostre comunità e per il nostro popolo”.
Nei giorni prossimi sul portale www.sadieintundu.net si darà indicazione dei cerchi che verranno organizzati pubblicamente e delle modalità di svolgimento per ogni singola iniziativa. Sono già previste iniziative nelle principali città della Sardegna (Oristano, Cagliari, Sassari e Nuoro), nel mondo dell’emigrazione sarda e in tante piccole comunità.
I cerchi così realizzati potranno essere condivisi e pubblicati sui social network (l’hashtag ufficiali dell’iniziativa è #sadieintundu, il profilo su facebook è www.facebook.com/sadieintundu, quello su twitter @sadieintundu).
Tutte le informazioni, i suggerimenti e le modalità di partecipazione e condivisione sul sito www.sadientundu.net