Nei dintorni della base di Teulada percentuali di Torio 232 maggiori di quelle registrate al poligono di Quirra e superiori da dieci a venti volte rispetto alle norme. Sono questi i primi risultati degli accertamenti commissionati dal pm della Procura di Cagliari Emanuele Secci che nei mesi scorsi ha aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti sul poligono di Teulada. A rivelare gli elevati tassi d’inquinamento è La Nuova Sardegna oggi in edicola. E la notizia è stata subito raccolta dal senatore sardo Roberto Cotti (M5S) che in un’interrogazione rivolta ai ministri della Difesa, dell’Ambiente e della Salute chiede che vengano accertate le responsabilità sui danni all’ambiente e alla salute della popolazione in seguito alle esercitazioni militari.
Cosa potrebbe accadere ora? Certo, le analogie con la situazione di Quirra, dove il gip Nicola Clivio del Tribunale di Lanusei deve ancora pronunciarsi sul rinvio a giudizio di venti persone, tra militari, chimici e medici, accusate dal pm Domenico Fiordalisi di disastro ambientale, autorizzano a ritenere che l’inchiesta del pm Emanuele Secci possa culminare nella richiesta di rinvio a giudizio dei dirigenti della base teuladina. Saranno comunque le prossime indagini, che prevedono una ricerca epidemiologica sulle cause di morte nell’area di Teulada e la nomina di un consulente, a indirizzare i futuri passi dell’inchiesta. Non si esclude inoltre un sequestro della base, come già avvenuto a Quirra.
Al momento, l’obiettivo consiste nello stabilire le cause di decessi e patologie tumorali. Ma il rinvio a giudizio potrebbe essere richiesto a prescindere dal rinvenimento del nesso di casualità tra le esercitazioni militari e i tumori che colpiscono militari e civil residenti nella zona di Teulada. Di recente, infatti, anche l‘Internationale Agency Research Cancer (Iarc) ha sancito l’alta cancerogenicità delle sostanze sprigionate nell’aria durante le esercitazioni militari, smentendo l’alibi invocato a più riprese dalla Nato, dai ministri della Difesa e ultimamente dall’Avvocatura dello Stato che difende gli imputati nell’ambito del processo di Quirra.
Secondo le ipotesi del pm, la presenza dell’isotopo radioattivo “Torio 232” sarebbe dovuta al massiccio utilizzo dei missili Milan, impiegati sino al 2003 dall’esercito italiano, quando furono dismessi in seguito alla segnalazione della Difesa francese, che aveva denunciato la tossicità del Torio.Tuttavia, il fatto che i Milan non vengano utilizzati da oltre dieci anni non è motivo di rassicurazione. Come emerso dalla consulenza del professor Lodi Rizzini nell’ambito dell’inchiesta su Quirra, il torio raggiunge il livello il massimo di tossicità dopo circa venti anni. Insomma, ancora oggi a Teulada e dintorni militari e civili contrarrebbero patologie tumorali a causa di missili utilizzati venti anni prima. Solo a Quirra, ad esempio, tra la metà degli anni ’80 e la fine dei ’90 sarebbero stati impiegati circa 1.200 missili Milan. Con buona probabilità, dunque, a Teulada lil ricorso a questi armamenti è stato addirittura più massiccio.
C’è poi un altro filone dell’inchiesta del pm Emanuele Secci che si concentra sul primo tratto della costa sud occidentale e in particolare su Sarroch. Già l’anno scorso le analisi condotte sui mitili avevano messo in evidenza un’elevata presenza di idrocarburi nei mitili. Ora sono emersi ulteriori nuovi elementi, che al momento rimangono però segreti. In questo caso i maggiori indiziati sono la Saras e il polo industriale di Macchiareddu.
Piero Loi