Tutto da rifare per la raccolta dei rifiuti a Cagliari, il sindaco Massimo Zedda ha annullato il mega-appalto da 212 milioni di euro affidato di recente all’A.t.i guidata da De Vizia. “Una delle società dell’associazione temporanea d’impresa ha prodotto dichiarazioni false”, ha riferito ieri Zedda durante la seduta del Consiglio comunale.
La decisione è stata presa in seguito alla determina del Servizio Provveditorato, Economato del comune, che ha rilevato pesanti irregolarità durante le operazioni di verifica. Difficile, al momento, sapere qualcosa di più delle ragioni che hanno portato al dietrofront: sulla vicenda Palazzo Baccaredda mantiene il riserbo imposto dalla legge sulla privacy.
Intanto, il comune ha già manifestato l’intenzione di inviare la documentazione presentata da De Vizia e soci alla Corte dei Conti. E di bloccare le fideiussioni versate dai due consorzi in gara (guidate, rispettivamente, da De Vizia ed Eco-Nord) in virtù del danno arrecato dalle società presentatesi alla gara. In tutto, “otto milioni di euro, non utilizzabili – ha fatto presente Zedda – , perché è alta la probabilità di un ricorso da parte dell’A.t.i”. Intanto, il contratto per la raccolta dei rifiuti a Cagliari, gestita sempre da un a.t.i guidata da De Vizia, è stato prorogato di un mese. Il servizio di raccolta dei rifiuti proseguirà e sarà comunque incrementato con una serie di adeguamenti e di miglioramenti già previsti nel bando, assicura un comunicato stampa con cui il comune scaccia l’ombra dell’emergenza. Ma per Zedda non sarà possibile chiedere ulteriori estensioni. Così, per nuove proroghe dovrà intervenire direttamente il presidente della Regione Francesco Pigliaru.
In presenza di gravi irregolarità, l’atto di annullamento è dovuto. Ma non si può certo dire che si tratti di una bella notizia per i contribuenti cagliaritani, visto il rinvio dell’operazione “raccolta differenziata” che il comune aveva lanciato proprio col bando annullato. Infatti, il mancato raggiungimento della quota di differenziata prevista dalla legge ha portato il comune ad accumulare un debito con il Tecnocasic che oggi sfiora 10 milioni di euro (comprensivi dei costi di smaltimento praticati dall’inceneritore non pagati, anch’essi in costante aumento ). Le penali, che crescono al ritmo di 400.000 euro l’anno, vengono regolarmente inscritte a bilancio dall’amministrazione. Oltre al debito, con la raccolta differnziata quasi ferma al palo, aumenta dunque anche la Tari.
A questo punto non resta che procedere con un nuovo bando, visto che sia il comune che il Consiglio di Stato hanno ravvisato delle irregolarità a carico dell’A.t.i di imprese arrivata seconda alla gara.
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale Enrico Lobina (Sardegna sovrana): “È impensabile lasciare in mano a società di questo tipo la gestione del ciclo dei rifiuti, l’unica via d’uscita dall’impasse è la creazione di una municipalizzata che operi all’insegna della trasparenza”.