Quirra, Piras (Si) e Cotti (M5s) contro il Cocer: “Propaganda”

È bufera sul Cocer, l’organismo militare deputato alla tutela dei lavoratori della Difesa. Non si fanno, infatti, attendere le  reazioni della politica alle dichiarazioni del delegato Antonsergio Belfiori, che ieri ha annunciato l’ottenimento della certificazione ambientale Iso 14001 da parte del Poligono interforza Salto di Quirra.

“Il Cocer difenda i lavoratori della Difesa e smetta d’intromettersi su questioni di pertinenza della politica come lo sviluppo, il territorio, l’ambiente, la sovranità e l’economia”. È sferzante il commento del deputato di Sinistra Italiana Michele Piras alle dichiarazioni di Antonsergio Belfiori, delegato Cocer che ieri diffuso la notizia della certificazione ambientale.

Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti, che bolla l’annuncio di Belfiori come una “notizia senza fondamento, frutto di cattiva informazione, peraltro schierata, strumentale e di parte”. E precisa: “Le certificazioni Iso non sono nient’altro che un’attestazione di gestione del processo produttivo dell’azienda, non un marchio di qualità del prodotto”. Vale a dire che l’Iso 14001 non certifica la salubrità ambientale dei siti, “a differenza dell’Emas, l’unica vera certificazione europea che prevede la redazione obbligatoria della Dichiarazione Ambientale Pubblica, elemento di importanza fondamentale che non è previsto dalle norme ISO 14001”. “Inoltre –  continua il senatore M5s – , l’interlocutore principale della Iso, come ben sanno le persone informate, è il mercato, mentre per l’EMAS gli interlocutori principali sono il pubblico e le istituzioni”.

Anche l’Accredia – l’organismo incaricato dallo Stato per l’accreditamento – specifica che la certificazione Iso 14001 ha a che fare con l’impegno per la limitazione dell’inquinamento e il miglioramento del sistema di gestione ambientale di un’ente o di un’azienda, non con l’effettiva presenza di un sito salubre. Né, d’altra parte, la certificazione in questione definisce criteri ambientali specifici di prestazione. Nè garantisce che l’organizzazione stia effettuando una prestazione ambientale ottimale, anche perché non è previsto nessuna verifica di conformità legale. Che la Difesa cercasse di ottenere la certificazione Iso 14001 era noto già da tempo: all’attestato si fa riferimento anche nel manuale il documento interno con cui il ministero, all’indomani dell’avvio dell’inchiesta del pm Domenico Fiordalisi, impartiva ai propri dipendenti le buone norme di linguaggio sulla situazione ambientale del Poligono di Quirra. La certificazione è arrivata solo ieri, ma – come si è visto – non rilascia nessun bollino verde.

“Quest’annuncio – sottolinea, invece, Piras – suona come un’offensiva presa in giro che punta a screditare il lavoro della Commissione d’inchiesta (sull’uranio e gli altri agenti inquinanti dei poligoni) istituita alla Camera dei deputati”. “Nessuna attività umana, infatti, può dirsi completamente a impatto zero, figuriamoci quella militare. Ed in ogni caso la certificazione di oggi non ha valore per i sessant’anni precedenti, non fuga i dubbi sull’impatto ambientale in alcune aree del poligono, né dimostra alcunché”, continua Piras. Pertanto, “il tema resta tutto in piedi: dopo sessanta lunghi anni la Sardegna ha già dato e i poligoni vanno chiusi, bonificati e riconvertiti”.

Dure le conclusioni del comunicato del deputato di Sinistra Italiana : “L’attivismo in corso da mesi, da parte degli organismi di rappresentanza militare, non trova alcuna giustificazione nel loro ruolo che, per quanto prezioso, non è politico ma – al massimo – parasindacale”. Dello stesso tenore Cotti: “Nelle udienze preliminari del processo in corso a Lanusei, sul poligono di Quirra, è venuto fuori che sono state trovate tracce di Torio nelle ossa dei pastori, deceduti, e degli animali. Questo è un dato di fatto che nessuna certificazione di comodo può smentire”.

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