Portaerei a Santo Stefano, Pigliaru disse no ma gli uffici dell’assessorato all’Ambiente: “Nessun impatto”

Inatteso colpo di scena nel bel mezzo del Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio. L’approdo della portaerei Cavour a Santo Stefano? “Il progetto non ha impatti negativi e significativi sull’ambiente, si ritiene di non dover richiedere l’assoggettamento dell’intervento in oggetto alla procedura di Valutazione di impatto ambientale”. Così la Direzione generale dell’Ambiente della Regione Sardegna, in una nota giunta al ministero dell’Ambiente lo scorso 22 settembre, nell’ultimo giorno utile per presentare osservazioni (leggi).

In sole tre righe sottoscritte dal Direttore generale Ambiente, Paola Zinzula, viene quindi liquidata la richiesta di verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione d’impatto ambientale) del Genio Militare, per l’ampliamento di un pontile (per oltre 600 metri quadrati) che consenta la sosta dell’ammiraglia della flotta della Marina (244 metri di lunghezza per 39 di larghezza e 9 di pescaggio). Il documento (leggi) non mancherà di accendere polemiche già dalle prossime ore.

Anche perché lo scorso agosto, quando si venne a sapere del progetto e scoppiò la polemica, la Regione con una nota ribadiva la posizione di totale contrarietà alla ri-militarizzazione dell’Arcipelago maddalenino. “Si lavora per la riduzione delle servitù militari e qualsiasi incremento troverà la ferma opposizione del governo regionale. Il presidente Pigliaru chiede da tempo di affrontare, in base al principio di leale collaborazione, i nodi cruciali del rilancio in chiave turistica di La Maddalena e non certo di programmare ampliamenti della presenza militare”.

Così la Presidenza, che proseguiva confermando come “l’avvio del procedimento tecnico di verifica di Via sarebbe dovuto essere preceduto da una informativa agli uffici che si occupano di servitù militari per la doverosa interlocuzione politica e la tutela degli interessi regionali”, per poi concludere in un categorico: “Non sarà pertanto una mera richiesta di valutazione tecnica di impatto ambientale presentata al Ministero a mutare i processi politici in corso. Riduzione delle servitù, investimenti per la riconversione anche in chiave duale dei poligoni e istituzione di osservatori ambientali indipendenti: sono questi i temi su cui la Regione si aspetta che il Governo prosegua il confronto il prima possibile”.

foto1Parole al vento? Cortocircuito tra uffici tecnici e politica alla Regione? In attesa di commenti e reazioni all’ultima, clamorosa rivelazione (basti ricordare che la Regione aveva dichiarato di non essere al corrente del progetto, salvo poi scoprire che sapeva fin dall’ottobre del 2015), bisogna ricordare che sulla vicenda in molti si sono già dichiarati critici, non escluso lo stesso presidente della Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito, Gian Piero Scanu (“La Sardegna deve ritenersi proiettata verso la smilitarizzazione: si deve pensare ad un modello per La Maddalena che punti sul turismo”), che nei prossimi giorni sarà proprio impegnato in Sardegna con un tour tra i poligoni sardi. Scettici su un progetto (guarda: parte Iparte IIparte IIIparte IV) che andrebbe a piazzare imponenti navi da guerra in un sito di interesse comunitario (5 milioni di investimento, realizzazione in 16 mesi), bloccando di fatto possibili sviluppi turistici del compendio, sono le organizzazioni di categoria Assoturismo, Federalberghi e Confcommercio, mentre tra le voci decisamente contrarie si registrano quelle del M5S, con Roberto Cotti, di Michele Piras (Sel), di Pier Franco Devias (Liberu) e degli ambientalisti di Legambiente.

 

 

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