Ad Aglientu scatta la protesta per il possibile arrivo in paese di un gruppo di 80 migranti: da alcuni giorni i cittadini, riuniti nel comitato Santa Maria, hanno occupato pacificamente il Comune. “Siamo favorevoli all’accoglienza – spiega la portavoce Laura Crivelli, milanese d’origine da dieci anni ad Aglientu – ma non accettiamo questo sistema che è antidemocratico: in assenza di sinergie e condivisione con il territorio, il trasferimento rischia di trasformarsi in un traffico di persone“. La frazione di Santa Maria, destinata sulla carta ad accogliere i migranti, è un piccolo agglomerato di case sparse a dieci chilometri dal paese: risultano residenti tutto l’anno appena 12 adulti, di cui due invalidi, e quattro bambini. “Vorremmo essere informati e coinvolti nelle decisioni assunte dalla Prefettura, che ancora non ha comunicato nulla di ufficiale neanche al nostro sindaco – denuncia Crivelli – Vogliamo evitare la ghettizzazione di queste persone che stanno scappando dalla guerra”.
Un quesito su tutti: “Che genere di integrazione si può fare se questa gente – si chiede il comitato – viene sistemata in una struttura isolata dal mondo?”. L’occupazione del Comune di Aglientu – che conta 1.200 abitanti – è scattata venerdì scorso quando sono arrivati i primi ‘rumors’ sugli 80 migranti destinati ad una struttura ricettiva rurale a Santa Maria. Questa mattina seduta straordinaria dell’Unione dei Comuni della Gallura da cui è emersa una proposta concreta. “Con la collaborazione di tutti i sindaci – spiega il sindaco di Aglientu, Antonio Tirotto – intendiamo lanciare il progetto ‘accoglienza Gallura’ che integri le decisioni del Governo centrale e delle Prefetture. L’obiettivo è una maggiore partecipazione e coinvolgimento degli enti locali nella gestione dell’arrivo dei migranti, così che si armonizzi con le esigenze dei singoli territorio, un progetto all’avanguardia – sottolinea il primo cittadino – che potrà esser preso ad esempio in tutta Italia”. (Immagine di repertorio)