Orune e Orgosolo, polemica su Tg1. Deiana (Anci): “Fatti davanti ai clichè”

Un servizio giornalistico in prima serata sulla prima rete nazionale che si apre con il cartello stradale di Orune sforacchiato a pallettoni e prosegue con la notizia dell’ultimo delitto di sangue del paese, l’omicidio di Gianluca Monni. Non manca il richiamo al codice della vendetta barbaricina e ai murales di Orgosolo, che evocano fatti di sangue e vecchie storie di violenza.

Il tg andato in onda sabato a corredo della seconda tappa del Giro d’Italia in Sardegna (qui il link per vederlo) ha scatenato una marea di polemiche: il primo è stato Paolo Maninchedda, assessore regionale ai lavori pubblici, che ha parlato di ignoranza e razzismo. Ieri sera è intervenuto anche Mario Puddu, sindaco di Assemini, che ha chiesto le scuse pubbliche del direttore del Tg1 Mario Orfeo. E poi i social network, dove la notizia del tg con il suo servizio su Orune e Orgosolo è stata condivisa e commentata da migliaia di persone in poche ore: solo sulla pagina Facebook di Sardinia Post è stata letta da cinquantamila persone e rilanciata duecento volte in una sera.

Emiliano Deiana, presidente dell’Anci Sardegna e sindaco di Bortigiadas, in un primo momento ha risposto con una battuta alla polemica sui luoghi comuni della Sardegna andati in onda su Rai1. “Per i cartelli bucati dai pallettoni bastava spiegare, usando un poco di ironia, che si tratta della versione in Braille dei toponimi”, ha scritto ieri su Facebook. Si è poi soffermato su una riflessione più seria: “Non mi stupisce quello che è successo – ci ha detto al telefono – queste cose, cioè mischiare fatti reali a stereotipi inaccettabili, accadono solo per la Sardegna. Certo non dobbiamo nascondere la testa sotto la sabbia, i fatti elencati sono veri e sono problemi che dovremmo affrontare”.

Polemica eccessiva o giusto sfogo nel vedere la Sardegna rappresentata ancora come terra di violenti? “È sempre difficile valutare le reazioni delle persone. Credo però che da una parte sia normale dispiacersi nel vedere la propria  terra trattata come l’ultima delle colonie, ancora abitata dai barbari, dall’altra dovremo avere la capacità di guardare la realtà, al di là di quello che dice il tg1. La politica poi dovrebbe rispondere ai clichè con i fatti, ad esempio portando la discussione nel rapporto tra Stato italiano e Sardegna sul fronte della vertenza entrate o su quello delle servitù militari. Una cosa però mi meraviglia più di tutto in questa polemica: siamo stati prontissimi a condannare il Tg1 e i suoi stereotipi sulla Barbagia, molto meno pronti a condannare il recentissimo attentato contro una struttura per l’accoglienza dei migranti a Bonarcado: un incendio doloso che ha distrutto il centro dove sarebbero dovuti arrivare richiedenti asilo e persone svantaggiate. Non ho visto tutta questa rabbia nel commentare questo brutto episodio”.

 

 

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