Sono state confermate in Corte d’Appello a Cagliari le condanne per i tre manager imputati, mentre è stata assolta la Saras dalla responsabilità amministrativa nel processo penale, per la morte di tre operai avvenuta il 26 maggio 2009. Vennero uccisi dalle esalazioni di azoto mentre pulivano un serbatoio nell’impianto di raffinazione di Sarroch.
A perdere la vita nel 2009 furono tre operai, Bruno Muntoni, di 58 anni, Daniele Melis e Pierluigi Solinas, entrambi di 30, della ditta di manutenzioni Co.Me.Sa. Erano deceduti dopo esser rimasti intossicati dalle esalazioni mentre effettuavano lavori di manutenzione e bonifica di un serbatoio durante una delle fermate programmate dell’impianto di raffinazione della Saras di Sarroch. I giudici in appello hanno confermato la condanna ma hanno ridotto ad un anno e 8 mesi la pena di primo grado, a due anni, di Guido Grosso, di 43, di Cagliari, direttore dello stabilimento, e Dario Scaffardi, di 53, di Milano, direttore generale della Saras. Confermati totalmente, invece, i due anni a Francesco Ledda, di 45, rappresentante legale della Co.Me.Sa, la ditta che aveva l’appalto dei lavori di pulizia dell’ accumulatore in cui è avvenuta la tragedia. Assolti, come in primo grado, Antonello Atzori, di 52, di Quartu S. Elena, responsabile dell’area di lavoro dove morirono gli operai, e Antioco Mario Gregu, di 52, di Quartu, direttore delle operazioni industriali. La sentenza è arrivata alle 12:10 dopo tre ore di camera di consiglio. Parzialmente soddisfatti gli avvocati della Saras che è stata assolta dalla responsabilità amministrativa per il legale Alfredo Diana si è “parzialmente soddisfatti, ma ora verificheremo le motivazioni e faremo ricorso in Cassazione per le condanne”.
Il modello di organizzazione del lavoro nella raffineria di Sarroch era corretto. La Corte d’Appello ha così assolto la Saras dall’accusa di aver violato la norma sulla responsabilità amministrativa. In appello il procuratore generale Michele Incani aveva chiesto la condanna dell’azienda dei Moratti, contestando le carenze proprio del modello organizzativo. La Corte ha invece respinto l’ipotesi accusatoria e ha scagionato la società. “I giudici – ha spiegato l’avvocato Alfredo Diana – ha ribadito la solidità della struttura organizzativa e della gestione della sicurezza che ha portato all’assoluzione della Saras”. Quanto alla responsabilità civile, l’azienda aveva già interamente risarcito il danno, prima del processo, con 5 milioni di euro ai familiari delle tre vittime. Per questa ragione sono state riconosciute nella sentenza di appello le attenuanti del risarcimento del danno a Dario Scaffardi, direttore generale, e Guido Grosso, allora direttore della raffineria.
Il Presidente della Saras, Gian Marco Moratti, rinnovando la vicinanza alle famiglie delle vittime, esprime soddisfazione per la pronuncia della Corte d’Appello di Cagliari che, confermando sul punto la sentenza di primo grado, ha escluso la responsabilità della Società ai sensi del D.lgs 231/01 per l’incidente del 26 maggio 2009. Al contempo, Moratti manifesta rammarico per la condanna di Dario Scaffardi e di Guido Grosso, che la Società ritiene del tutto estranei alla dolorosa vicenda. In particolare, a nome del Consiglio di Amministrazione, rinnova la piena fiducia a Dario Scaffardi, attuale Vice Presidente Esecutivo e Direttore Generale della Società. “I giudici di secondo grado hanno respinto la tesi della Procura Generale che chiedeva la condanna della società sulla base di asserite carenze del modello organizzativo”, si legge in una nota della Saras.