Che quella di Mont’e Prama fosse l‘unica e la piu’ grande necropoli nuragica non è una novità : in quel periodo si seppellivano i morti dentro le tombe dei giganti, monumentali sepolture collettive, e a parte un piccolo gruppo di tombe dell’età del Ferro ad Antas, Fluminimaggiore, non abbiamo per ora altri esempi di cimiteri nuragici.
Quello che stupisce è che queste tombe siano in parte ancora inviolate: conservano cioè informazioni preziosissime sul periodo storico, la società, la cultura di queste genti. Pochissimi i corredi funerari: i pozzetti dei vecchi scavi hanno restituito scarsi frammenti di ceramiche e oggetti. Un tesoro preziosiosissimo invece in termini culturali che aiuterà sicuramente a svelare alcuni misteri ancora oscuri attorno al sito di Cabras.
“Abbiamo messo in evidenza finora un centinaio di tombe a pozzetto e non escludiamo che la necropoli sia ancora più grande – racconta Alessandro Usai, direttore scientifico dello scavo in corso. “Abbiamo raccolto dati molto significativi come la presenza di frammenti di calcare che potrebbero essere scarti della lavorazione delle statue, oppure le ceramiche nuragiche dentro una grande struttura circolare vicina: tutti elementi che ci aiuteranno a ricostruire la storia del sito. Ora ci serve capire, siamo qui alla ricerca della conoscenza: i più piccoli dettaglio ora sono per noi importanti quanto le sculture”.
Francesca Mulas
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