Il sit in dei dipendenti Meridiana Fly davanti alla residenza del principe Karim Aga Khan, proprietario della compagnia, non è una “protesta”, ma un “modo per dire ‘non dimenticarti dei tuoi dipendenti“. Lo spiega in una conversazione telefonica con l’ANSA uno dei partecipanti alla protesta, un pilota in mobilità. “Non abbiamo nessuna acredine nei suoi confronti. Ma dato che eravamo in viaggio per Bruxelles, dove domani siamo attesi al parlamento europeo, abbiamo ritenuto che una fermata alla residenza dell’Aga Khan fosse doverosa, come gesto simbolico”, dichiara, precisando che “non abbiamo alcun appuntamento, dato che non abbiamo contatti con l’azienda a livello dirigenziale”. I rappresentanti dei 1634 lavoratori Meridiana Fly in mobilità, ricorda, accusano l’azienda di aver compiuto un “travaso delle attività” dalla loro compagnia, nata dalla fusione di Meridiana ed Eurofly, nella neo-acquisita Air Italy, per risparmiare sui costi del personale. “I loro contratti sono molto più flessibili, molti a tempo determinato, e l’anzianità è bassissima. Sono contratti stipulati al ribasso. Meridiana invece è una compagnia storica, che vola dal 50 anni, e i suoi dipendenti hanno un bagaglio di professionalità e addestramento elevato. Ma l’azienda non sembra interessata a preservarlo e bada solo a questioni economiche”. Domani, la delegazione sarà al parlamento europeo, dove “grazie all’interessamento di alcuni eurodeputati”, in particolare Eleonora Forenza (Sinistra europea), avranno l’occasione di illustrare la loro situazione.
Intanto a Olbia sono i “Biglietti di fuori servizio (Csf)” a far saltare su tutte le furie i sindacati, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine all’interno della palazzina della compagnia aerea durante la riunione odierna fra azienda e sindacati. “Oggi, sfoggiando l’ennesimo atto di arroganza e protervia insopportabile, il direttore del personale Paolo Carcone, non si è presentato all’incontro previsto con le rappresentanze dei lavoratori”, spiegano congiuntamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uglt, Usb, Apm. Questa mattina le organizzazioni sindacali sono state convocate dall’Azienda per discutere delle nuove procedure per l’erogazione dei “Cfs”, quei biglietti (disponibili solo se vi sono posti liberi, non venduti) che sino a poche settimane fa il personale navigante ha potuto utilizzare illimitatamente, mentre ora “l’Azienda ne concede solo quattro al mese”, spiega Gianluca Langiu, della Cisl Gallura.
Un’assenza alla riunione, quella di Carcone, mal sopportata dalle organizzazioni sindacali tanto da generare una violenta discussione che ha spinto alcuni dipendenti amministrativi della compagnia, a richiedere l’intervento degli agenti del Commissariato di Olbia. Ma mentre i poliziotti parlano di semplici battibecchi, c’è chi assicura che all’interno della sala riunioni il confronto sia stato infuocato. “Il funzionario che ha sostituito Carcone non ha titolo ad addentrarsi nelle problematiche. Questo ha ingenerato un innalzamento della tensione al punto che è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine e le parti sono ora chiuse ad oltranza nella palazzina, e lì rimarranno fintanto che non verranno ritirate le procedure”, precisano i sindacati, che rimangono nella palazzina in attesa dell’arrivo di Carcone previsto nel pomeriggio. “Discutere ora delle procedure di erogazione dei Csf non è che una provocazione, un tentativo per limitare il diritto dei lavoratori di manifestare e che influisce negativamente anche sulla rappresentanza sindacale alle riunioni”, conclude Langiu.
Dopo le “magliette rosse”, scendono in piazza anche i lavoratori del gruppo Meridiana che “lavorano in silenzio“. Questo pomeriggio, nel piazzale della sede della compagnia aerea a Olbia, un gruppo di circa 150 dipendenti ha attuato una manifestazione pacifica conclusasi con la consegna di un documento ai sindacati, firmato da circa 150 lavoratori, in cui si chiede di “trattare per il futuro della compagnia”. “I dipendenti Meridiana chiedono che i loro rappresentanti sindacali trattino con l’obiettivo di portare a casa un accordo che consenta di ridurre il numero degli esuberi e per i volontari di usufruire della mobilità”, hanno scritto nella nota firmata dai lavoratori e consegnata ai sindacati. Chiedono, inoltre, che “i tavoli vengano divisi per categoria: piloti, assistenti di volo, personale di terra e maintenance”. A loro si sono uniti anche i lavoratori delle società che fanno parte del Gruppo: Geasar (la società che gestisce lo scalo di Olbia), Eccelsa (aviazione generale) e Cortesa (gestione ristorazione e negozi aeroporto): “la vertenza riguarda tutti i dipendenti del Gruppo perché inciderà sul futuro del nostro territorio e su quello dei nostri figli”, vogliono che Meridiana riprenda a crescere ma sono contrari però a chi difende “l’opportunismo di una piccola parte dei lavoratori” che “mettono in pericolo l’esistenza del Gruppo”. Una manifestazione accolta positivamente dalle organizzazioni sindacali che, in una nota congiunta, “plaudono al sostegno e all’appoggio dei colleghi di terra e di volo, con alla testa anche il direttore operazioni volo ed altri membri della struttura, che manifestano per il futuro di Meridiana. Questo dimostra l’unità e la comunione d’intenti di tutte le categorie”, hanno sottoscritto Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uglt, Usb, Apm.