“Non devono essere inserite misure rigide e generalizzate che limitino fortemente l’uso tradizionale ed economico del territorio”. Questo perché “fissare regole troppo rigide in un territorio vasto e articolato come quello del Sic […] può sortire un effetto opposto alla tutela”.
Sono alcuni passaggi contenuti nella lettera (guarda) che l’assessore all’Ambiente del Comune di Villacidro Marco Mocci ha inviato al team di esperti che si sta occupando dell’aggiornamento del Piano di gestione del compendio Monte Linas – Marganai, l’area interessata dal progetto di taglio a raso di oltre 550 ettari di lecceta per ricavarne legname e materia prima per la produzione di pellet. Un progetto, quest’ultimo, già realizzato per un’estensione complessiva di circa 35 ettari. Gli effetti? “Nefasti”, hanno scritto nero su bianco Angelo Aru, padre dell’agronomia in Sardegna, il biologo Francesco Aru e il geologo Daniele Tomasi. Si parla di un compendio acquistato dalla Regione alla fine degli anni ’70 per oltre un miliardo di lire, con l’obiettivo di preservarlo e valorizzarlo.
Partendo dai dati raccolti, il team ha inserito nell’aggiornamento del Piano di gestione alcune prescrizioni. Un esempio: le ceduazioni non dovranno interessare aree superiori all’ettaro e in terreni che non superano il 30% di pendenza. Queste condizioni – che secondo il team devono essere adottate per evitare l’erosione del suolo, il dilavamento e altre criticità già rilevate dopo la prima stagione di tagli – non hanno però riscontrato il favore dell’assessore comunale. Il quale ha riscritto alcuni passaggi del Piano firmato dal team e, nelle intenzioni, le sue riformulazioni dovrebbero sostituire quanto dichiarato dagli esperti. Per dovere di cronaca va registrato il fatto che lo stesso assessore – che abbiamo contattato chiedendogli un’intervista, ma ancora non ci ha risposto – è un dipendente dell’Ente foreste, che insieme al Comune di Domusnovas difende strenuamente il progetto di tagliare i 550 ettari di lecceta.
Secondo quanto Mocci scrive nella lettera, le misure da adottare potranno “essere stabilite e prescritte” in un secondo momento, nei “piani particolareggiati”. Quel che però prescrive il Piano particolareggiato del Marganai, lo si conosce già: è il documento firmato dalle società toscane Dream e Rdm Progetti che ha portato la superficie dei tagli dai 330 ettari originari agli attuali 550.
Inoltre, sempre secondo quanto ‘suggerito’ dall’assessore, la superficie massima del taglio a raso deve essere dunque portata a “10 ettari per pendenze fino al 30%” e a “5 ettari per pendenze dal 30% al 60%”, mentre oltre il 60% si seguirà quanto “prescritto dalle Pmpf (Prescrizioni di massima e di polizia forestale, ndr)”.
Infine, l’esponente della giunta comunale contesta anche il divieto contenuto nel Piano di gestione circa la realizzazione di nuove strade o piste. Questo perché si toglierebbe la “possibilità di adeguare la viabilità anche per esigenze di gestione (esbosco, vigilanza, soccorso, ecc.). Si tratta di un passaggio importante, perché per tagliare il bosco, prima bisogna raggiungerlo e dunque c’è la necessità di aprire nuove piste. È già successo durante la prima stagione di tagli, dove ad esempio una macchia di ginestre (specie protetta) è stata rasa al suolo dopo il passaggio dei mezzi pesanti che dovevano raggiungere un’area di taglio.
Pablo Sole