E ora arrivano anche i norvegesi. C’è un nuovo programma di ricerche di idrocarburi nel mar di Sardegna, sulla costa nord occidentale, ed è stato presentato, appunto, da una società scandinava, la TGS-NOPEC Geophysical Company ASA. Segue quello della Schlumberger Spa, attualmente in fase di istruttoria e oggetto di forti polemiche e di ben 373 documenti di osservazioni depositati al ministero dell’Ambiente da cittadini ed enti locali sardi. A rivelare il nuovo piano è stato il Comitato civico di Arborea “No al Progetto Eleonora”, che si oppone al programma della Saras per l’estrazione del metano nella zona dello stagno di S’Ena Arrubia, vicino ad Arborea, nell’Oristanese.
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Secondo il Comitato l’area interessata è la “Zona E”, ovvero l’area marina a ovest delle coste sarde tra il Mar di Sardegna e il Mar Balearico, la stessa oggetto delle ricerche da parte di Schlumberger: “Si tratta – spiegano i referenti del comitato – di 20.890 kmq che ricoprono interamente l’area delimitata dal ministero dello Sviluppo Economico, a poche miglia dalle coste sarde e dal Santuario dei cetacei che proprio quest’oggi l’Unione Europea ha dichiarato di voler rilanciare con una parte sostanziosa dei 537 milioni di euro destinati dal Fondo UE per gli affari marittimi e la pesca”.
Contestate le tecniche che sarebbero utilizzate per la ricerca: come l’air-gun (i cannoni ad aria) che genererebbero onde sul fondale mettendo a rischio il biosistema. Da qui l’appello rivolto a tutti gli amministratori che si sono opposti al progetto della Schlumberger di fare altrettanto e si sollecita anche “una forte presa di posizione politica da parte delle istituzioni sarde sul tema delle trivellazioni”.