I numeri sono impressionanti. Ad Arzana una persona ogni 100 abitanti ha compiuto 100 anni negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale. Il motivo? Probabilmente (anche) il cibo che viene consumato dagli abitanti del paese. È stato questo a spingere il giornalista e scrittore Dan Buettner a fare tappa nel borgo ogliastrino per saperne di più sulla straordinaria longevità dei suoi abitanti, andando a recuperare vecchie ricette e a indagare su quegli alimenti che sembrano essere un vero e proprio elisir di lunga vita. Il risultato è un lungo reportage in uscita sul National Geographic nel numero di gennaio.
Il giornalista è stato a tavola con Assunta Podda, di 99 anni. Lei ha preparato un minestrone in una pentola di terracotta. “Sbircio nel pot-pourri di legumi, carote, aglio, cipolle, pomodori, finocchi, cavolo ed erbe aromatiche che borbottano insieme a un generoso giro di olio d’oliva – scrive Buettner -. Alle sue spalle, un raggio di luce del tramonto illumina una tavola che sembra uscita da un dipinto del Medioevo: pagnotta a lievitazione naturale, insalata dell’orto e una caraffa di buon vino rosso”. Lo scrittore si è fatto accompagnare da Gianni Pes, epidemiologo che studia da anni il tema della longevità nelle zone dell’Ogliastra. Scrive ancora Buettner: “Il minestrone fornisce all’organismo amminoacidi essenziali, un mix di vitamine e diverse fibre. Pes ha scoperto uno specifico ceppo batterico nel tratto digestivo dei centenari, che converte le fibre in una percentuale insolitamente alta di acidi grassi a catena dispari, grassi saturi associati a un ridotto rischio di malattia cardiaca e di cancro”.
E ancora. “Anche le crucifere come il cavolo, e in particolare il cavolo rapa, quasi onnipresente nel minestrone sardo, svolgono un ruolo benefico per la salute. Dopo aver osservato l’alta incidenza di gozzo – una condizione associata a una tiroide lenta – tra i centenari, Pes ha ipotizzato che il tiocianato assunto con il consumo regolare di cavolo rapa indebolisca la funzionalità della tiroide. Questo rallenterebbe il metabolismo contribuendo alla longevità dei sardi, spiega Pes, un po’ come un cerino che arde lentamente e più a lungo”.