Compare anche il museo archeologico nazionale di Cagliari tra gli esempi di “orrori” del Belpaese in un articolo pubblicato dal settimanale L’Espresso. Lo spunto arriva dalla lettera, e dalle numerose lamentele, di una visitatrice sarda trapiantata a Milano. Didascalie strappate, incomplete, corrette a mano che non seguono l’ordine dell’esposizione e un’assenza pesante: la lingua inglese. Non di certo una bella recensione per l’importante struttura che ospita un immenso patrimonio archeologico nonché i Giganti di Monte Prama, l’esposizione del momento, il biglietto da visita dell’Isola in tutto il mondo. Le parole non lasciano dubbi: “Le opere e il palazzo sembravano abbandonate al loro destino”, poi la domanda non tanto sottintesa: “Ma esiste un direttore?”.
E la considerazione: “Per alcune correzioni al pc non servono grossi fondi”. Non va meglio in altre parti d’Italia, il bestiario è lungo e variegato. Ma in questo caso, mal comune non fa mezzo gaudio.
Divulgazione e comunicazione, nodi ancora da sciogliere, ambiti in cui ancora lavorare al museo archeologico nazionale, anche secondo le indicazioni di turisti e locali.
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