“Utilizzare le più recenti tecniche diagnostiche per individuare le patologie causate dall’amianto e altri veleni che oggi sfuggono agli esami di routine”. A chiedere la modifica del protocollo per la sorveglianza sanitaria attualmente utilizzato dallo Spresal è l’Associazione Italiana Esposti all’Amianto (Aiea), insieme a Cgil, Cisl, Uil , Anmil e Medicina Democratica, che il prossimo 15 giugno daranno vita a un convegno sul tema presso i locali dell’ex Inpdap di Nuoro.
“E’ inaccettabile ciò che sta accadendo e che stiamo verificando attraverso i nostri database”, dichiara Sabina Contu di Aiea Sardegna”. “Si assiste al moltiplicarsi di casi di lavoratori, ex esposti amianto, che stanno constatando di essere affetti da patologie non riconosciute con le tecniche tradizionali utilizzate presso gli Spresal”, chiarisce Contu.
Visto l’aumento di patologie e decessi riconducibili alla esposizione all’amianto, la situazione è ritenuta molto preoccupante dall’Aiea, specie per i lavoratori delle ex industrie chimiche di Ottana e Assemini, per i quali l’associazione un intervento urgente e risolutivo da parte della Regione. “Occorre, infatti, definire un nuovo e più adeguato Protocollo di Sorveglianza Sanitaria, a cui sottoporre i lavoratori delle ex industrie chimiche sarde, per individuare il più precocemente possibile il manifestarsi di quelle patologie a lenta ma inesorabile insorgenza come le placche pleuriche, l’asbestosi, i carcinomi polmonari e laringei, o il temibile mesotelioma pleurico”, spiega un comunicato dell’Aiea. “Su questo chiederemo con forza, insieme ai sindacati e ai patronati di riferimento dei lavoratori, precisi e non più eludibili impegni alla Regione”, conclude il vicepresidente nazionale di Aiea Mario Murgia.