Prosegue la pubblicazione di Janas (qui la prima puntata, qui la seconda, qui la terza e qui la quarta), il viaggio in Sardegna di una troupe partita da Bologna alla ricerca di testimonianze sulla tessitura per la realizzazione di un videoracconto. I protagonisti sono Stefania Bandinu, artigiana-artista nuorese trapiantata a Bologna; Giorgia Boldrini, operatrice culturale esperta di ‘industrie creative’; Giulio Filippo Giunti, libero professionista e videomaker, di padre sardo; Stefano Massari, poeta, organizzatore culturale e montatore professionista. Nel 2014 il videoracconto (di cui la scorsa settimana è stata presentata un’anticipazione a Bruxelles in occasione di un’iniziativa di solidarietà verso le popolazioni colpite dall’alluvione) sarà pronto. Questo è il “diario” del viaggio che si è svolto tra il 23 ottobre e il 2 novembre. I testi sono di Giorgia Boldrini, le foto di Stefania Bandinu e Stefano Massari. Buona lettura.
A CAGLIARI, LUCIANO BONINO ci apre con generosità le porte della sua incredibile casa-atelier nel cuore di Castello. Oltre l’atrio splendido e decadente di un palazzo nobiliare si spalanca un universo: stoffe e abiti antichi, libri e opere, frutto di quarant’anni di ricerca iniziati da autodidatta con l’acquisto di una partita di orbace in un emporio cittadino con cui creare gonne ‘sardesche’ per le amiche.
Da allora gli studi sulle origini spagnole del costume sardo, l’iconografia, le collezioni museali, materiali e stili tradizionali che instancabilmente reinventa. Della sua eccezionale sapienza ci ha parlato per prima Carolina Melis, con cui ha lavorato ai costumi di ‘Le fiamme di Nule’, e abbiamo avuto il suo numero dal direttore dell’ISRE, l’istituto etnografico regionale.
Stefania vorrebbe restare per sempre, catturata dai racconti appassionati e rigorosi di mercanti genovesi, velluti spagnoli, broccati e decorazioni di derivazione ecclesiastica. Ma poco distante ci attende Clara Murtas, attrice e cantante, rientrata in Sardegna da vent’anni . Incontriamo il suo bel viso maturo, la voce calda ma non impostata, e con lei il marito Marco, discreto e appassionato, perfettamente a suo agio nel ruolo di ‘secondo’ che porge oggetti e libri al momento giusto aiutando il fluire del suo discorso.
La incontriamo perché crediamo di poter condurre al meglio la nostra ricerca solo mantenendo uno sguardo duplice, parlando con chi tesse ma anche con artisti e intellettuali, come lei, Michela Murgia e Marcello Fois, che della tessitura possono farci capire al meglio le metafore, i simboli.
Clara è perfetta per questo: parte dalla sua ricerca sull’identità femminile sarda, confluita nel libro ‘Sante e Sciamane’, e della fierezza estrema della donna sarda, che ha di sé un concetto ‘divino’che reca memoria delle religioni matriarcali. Ci parla del ‘cuore di pietra’ della Sardegna, che mantiene la memoria più antica, ma questo non riuscire a dimenticare il passato ostacola la trasformazione. Noi sardi, dice, abbiamo paura di perdere un’identità che è fragile, perché non abbiamo mai vinto nel confronto, siamo sempre stati dominati. Ci parla di tessitura e poi dell’ ‘argia’, che non tesse ma avvelena, tessendo una trama drammaturgica in cui il ragno è sempre donna; della svendita della tradizione per i turisti, e del suo spettacolo ‘Deinas’, in cui una delle protagoniste, Veronica Usula, come una Moira tesseva stracci durante tutto lo spettacolo.
Usciamo da casa di Clara con l’idea che in Sardegna la tessitura sia nonostante tutto ancora Simbolo, più che mai, che tiene insieme la metafora e il gesto. In tasca un altro contatto per i prossimi giorni, l’agenda si infittisce, buon segno quando le cose magicamente si concatenano.
Piero Zedde è cagliaritano, ma ci ha chiesto di incontrarci a Isili. Pittore, scultore e designer, ha avuto l’onore e l’onere dell’eredità di Eugenio Tavolara all’ISOLA, istituto sardo per l’organizzazione del lavoro artigiano, fondato nel 1957 dal grande innovatore, un nome che non avevamo mai sentito pronunciare, mentre ora è il nostro pane quotidiano. Zedde rivendica con amarezza l’errore della chiusura dell’ISOLA, che avrebbe dovuto essere riformata anziché cancellata, mentre ci conduce attraverso la parte del museo locale dedicata all’arte del tessuto, esposta attraverso arazzi raffinatissimi innestati con rame, plastica, argento, da lui progettati a fine anni ‘90.
A Isili percepiamo una disarmonia nei rapporti, vicende annose che hanno allontanato il creatore degli arazzi dalle artigiane che li hanno realizzati. Ascoltiamo due storie, speculari e ormai incapaci di dialogare: quella dell’artista ‘creatore’, la mente, e quella delle artigiane tessitrici, le mani, giustapposte anche fisicamente nella divisione in due ali differenti del museo del rame e del tessuto. A noi, estranei alle vicende che hanno portato a questo scisma, le due parti paiono perfettamente complementari, e l’assenza di dialogo un’altra occasione perduta.
(5/SEGUE)
Leggi le puntate precedenti:
- JANAS / Un viaggio nel cuore della Sardegna e della tessitura. 1) CONTINENTE
- JANAS / Un viaggio nel cuore della Sardegna e della tessitura. 2) SULLA STRADA
- JANAS / Un viaggio nel cuore della Sardegna e della tessitura. 3) ENTROTERRA
- JANAS / Un viaggio nel cuore della Sardegna e della tessitura. 4) SMUOVERE LE ACQUE
JANAS è un progetto di Stefania Bandinu e Giorgia Boldrini. Regia, riprese e montaggio di Giulio Filippo Giunti e Stefano Massari.
Produzione CARTA|BIANCA. Info e contatti: info@cartabianca.name