“Mi è capitato di guardare albe meravigliose sotto l’effetto di Mdma e sentirmi parte di quell’alba, tutt’uno con la natura e l’universo, in empatia completa con gli amici a cui voglio bene anche da sobrio. Cose che a volte ti capitano quando mediti profondamente. Non mi stupisce che in tanti trovino questa cosa deplorevole: la gente sta di fronte all’alba e al tramonto solo per fare foto da mettere su Facebook o Instagram. E pensare che ai suoi tempi Goethe si lamentava perché la gente non sapeva stare per un quarto d’ora a guardare il cielo”.
Quella di Luca (nome di fantasia), giovane cagliaritano di 29 anni, non è un’apologia della droga. Da anni consuma periodicamente cocaina e ecstasy ma non crede di esserne dipendente né si ritiene un tossico; fa sport, ha un lavoro e una vita regolare. L’Mdma è una metanfetamina, più precisamente una feniletilamina indicata genericamente e commercialmente come Ecstasy. Il suo, dice, “è un uso controllato, consapevole, intelligente”. Abbiamo raccolto la sua testimonianza: senza filtri, senza bacchette, senza sentenze. Hic et nunc. Raccontiamo insomma una storia, quella di Luca.
Dopo la morte di Lamberto Luccaccioni, appena 16 anni, ucciso da una pastiglia di ecstasy all’interno della celebre discoteca riminese Cocoricò, dopo i fatti di Messina e Lecce con altri due giovani, Ilaria Boemi e Lorenzo Toma, morti (forse) per droga, Luca ha accettato di raccontarci la sua esperienza con le droghe leggere e quelle più pesanti. Una testimonianza più che mai attuale, la sua: la morte di Lorenzo, Ilaria e Lamberto ha riaperto un dibattito mai risolto tra tra libertà personale e condanna senza se e senza ma. Per ora gli unici a pagare, con la prospettiva di pesanti perdite economiche, sono i gestori di locali e discoteche: il questore di Rimini ha decretato la chiusura temporanea del Cocoricò, il Ministro dell’Interno ha annunciato stretta su locali e discoteche a rischio.
Luca, cosa pensi dei provvedimenti sulle discoteche come arma contro l’abuso di droghe?
Da ragazzino avevo un’amica che non si drogava mai, in compenso si tagliava le braccia. E il problema erano i fabbricanti di lamette? Hanno chiuso il Cocoricò perché non sanno cos’altro fare per fare stare zitti i vomita-moralismi, ignoranti sulle droghe, sugli ambienti dove le droghe si consumano, sulle persone che le assumono. Le droghe vanno prese con coscienza e questa coscienza si crea soltanto facendo in modo che chi si droga sappia cosa sta facendo e i rischi a cui va incontro. La cosa più lungimirante per limitare questo tipo di danni l’ho vista ad un festival che molti etichetterebbero come rave: all’ingresso ti davano un foglietto con scritto ‘Se proprio ti devi drogare segui questi accorgimenti…’ e c’era un elenco di cose da fare e da non fare, non mettersi alla guida, non farlo se si è da soli… Nella stessa discoteca c’era, inoltre, del personale preparato ad ogni evenienza.
Ci racconti la tua esperienza con gli stupefacenti?
Ho preso per anni principalmente erba (le infiorescenze della marijuana, ndr) e fumo (o hashish, che si ottiene principalmente dalla resina della pianta di marijuana, ndr), poi ho iniziato con cocaina e Mdma. Ho anche estratto e assunto sostanze sedative da erbe spontanee. Prendo tutt’ora queste droghe, meglio se non mischiate tra loro o con l’alcol: il corpo e la mente non andrebbero affaticati e messi in pericolo con questi ‘mischioni’. Le consumo nei momenti più disparati, a seconda del tipo di sostanza e del mio stato d’animo. Le uso per ricercare qualcosa di più, come quando faccio pranayama (il controllo ritmico del respiro, nello Yoga, ndr) o meditazione trascendentale. Difficilmente mi metterei a meditare durante una serata techno e non mi dispiace andarci col sangue pulito per godere della musica in maniera più lucida e meno metafisica, apprezzare i passaggi, le frequenze di due o più canzoni che si mescolano, sentire le vibrazioni dei bassi sul corpo. Cose che chi demonizza la discoteca, i rave, il ballo, non sa nemmeno cosa siano. Comunque è successo che assumessi droghe in serate techno o a concerti e credo che succederà ancora quando avrò voglia di quelle sensazioni. Altre cose che puoi provare con le droghe, sintetiche o meno, sono l’aumento delle capacità percettive. Con la musica, ad esempio, riesci a distinguere meglio ogni singolo strumento e di conseguenza a godere dell’insieme. Con la natura, l’arte e gli oggetti, hai più capacità di contemplazione e immedesimazione. Il cervello, se ben indirizzato, sa viaggiare molto lontano già da sobri, figuriamoci in stati alterati.
Dipendenza?
Non sono mai stato dipendente da nulla, neanche dalle sigarette o dal caffè. L’unica droga di cui ho fatto uso per un tempo più prolungato è stata la cocaina, per una settimana di fila tutti i giorni. Quando l’ho finita non ho avuto la ‘scimmia’ (le crisi di astinenza, ndr) di riprenderla e non ho avuto crisi. Mi spiace per chi parla di dipendenza già dopo il primo tiro. Le uniche difficoltà le ho avute con l’alcol: bevevo perché leniva i miei stati d’ansia, risolti quelli anche il problema con l’alcol è finito. Non esistono problemi con la droga, ma stati psichici ed esistenziali che ti portano ad autodistruggerti.
Cosa pensi dell’ecstasy, o Mdma, la droga che ha ucciso il sedicenne al Cocoricò?
Personalmente ho avuto un’esperienza molto positiva con l’Mdma: la prima volta mi ha ricordato quanto stavo bene ed ero felice da bambino, mi ha smosso ricordi lontanissimi e belli, che problemi d’ansia e depressivi mi ha avevano fatto dimenticare. In quel periodo, ci tengo a precisare, quei problemi li avevo risolti. L’Mdma però mi ha riacceso ricordi sepolti. Invece di fare come altri avrebbero fatto, non ho preso altra droga per sentirmi così. Ho solo cercato quel benessere nella vita di tutti i giorni.
Esiste davvero un uso consapevole?
Prendere qualunque droga àltera mente e corpo. Devi essere pronto ad eventuali effetti secondari quali abbassamenti di pressione, tachicardie, disidratazione. Per esempio, con l’Mdma perdi molti liquidi, quindi sali minerali e vitamine. Dunque bisogna bere molto, mangiare frutta e verdura prima e dopo. I giorni successivi si ha, inoltre, scarsa serotonina, quindi l’umore va giù. Per evitare questo tipo di ‘down’ puoi fare una moderata attività fisica, stare con persone con cui stai bene, fare cose che ti piacciono. Io personalmente cerco di portare gli effetti positivi che la droga mi dà nella vita di tutti i giorni, anche quando sono sobrio. Una persona drogata non è in balìa di un demone che lo possiede e lo trasforma in un’altra persona. Sei sempre tu. Più sei cauto, cosciente e presente, meno problemi avrai. Se sei già paranoico, stanco, preoccupato, la droga ti farà passare tutto per qualche ora, ma dopo non sarai pronto e starai molto peggio, a volte anche per diversi giorni.
“Una generazione di passioni tristi alla ricerca di emozioni forti”: lo ha detto lo psichiatra Claudio Mencacci, ex presidente della Società Italiana di Psichiatria a proposito delle folle di giovanissimi che popolano le megadiscoteche e dell’abuso di droghe sintetiche. Cosa ne pensi?
Hanno scoperto solo relativamente di recente l’esatto funzionamento della cocaina sul cervello. Per altre droghe ci sono un sacco di studi contrastanti. Mi chiedo come uno psichiatra possa associare, dunque, ad una sostanza un sentimento, quale è quello della solitudine o della tristezza. Probabilmente gli psichiatri sanno che le droghe peggiorano gli stati mentali di alcuni loro pazienti. Ma non tutti quelli che assumono droghe sono loro pazienti. Per me è una questione non solo personale ed intima, ma anche del periodo che sto vivendo. Dopo poco capisci che se stai male devi stare lontano da certe cose. L’esperienza con la droga è sempre forte, per questo aiuta a conoscere un po’ più se stessi. Se però non sai cosa stai prendendo e che rischi corri puoi conoscere solo brutte o pessime esperienze. Pensano ancora che la repressione sia un vaccino, che sia civiltà. Invece è solo ignoranza che fa dilagare altra ignoranza. Quel ragazzino morto a Rimini aveva il diritto di sapere. E quel diritto gli è stato tolto. Perché è inutile andare a raccontare che la droga uccide e rincretinisce tutti indistintamente. Un ragazzino come un adulto vedono nella loro vita un sacco di persone che si drogano, ma sono allo stesso tempo vive, intelligenti, hanno un lavoro, magari addirittura eccellono in qualcosa. Un ragazzino si dice che se la prendono loro, può prenderla anche lui, che le storie sui rischi sono tutte cose da vecchi bigotti e bacchettoni. Senza sapere che c’è modo e modo di drogarsi. Anche consapevole e intelligente.
Francesca Mulas