“Se alla luce degli elementi di cui alle considerazioni in premessa e con particolare riferimento alla recente risoluzione approvata dal Parlamento europeo, non si reputi opportuno disporre la sospensione immediata di tutte le autorizzazioni ai trasferimenti, movimentazioni ed esportazioni di armamenti, o parti di essi, prodotti nel nostro Paese dalla Rwm Italia Spa e destinati all’Arabia Saudita o nei Paesi che con essa fanno parte della coalizione impegnata nel conflitto in Yemen”. È quanto chiede l’interrogazione del Movimento 5 Stelle (primo firmatario Roberto Cotti) indirizzata al ministro degli Esteri.
L’interrogazione fa esplicito riferimento alla risoluzione approvata lo scorso 25 febbraio dal Parlamento europeo, che impegna il capo della diplomazie dell’Unione europea, Federica Mogherini, a lanciare un’iniziativa mirante a imporre l’embargo di armamenti all’Arabia Saudita – a cominciare naturalmente dalle bombe prodotte in Sardegna – in virtù delle ripetute e documentate violazioni dei diritti umani in Yemen da parte della coalizione a guida saudita che da mesi sta bombardando il Paese.
Per il senatore cinquestelle Roberto Cotti “la decisione del Parlamento europeo impatta in modo particolare sull’Italia, rea di avere autorizzato il trasferimento degli ordigni fabbricati a Domusnovas in violazione della legge nazionale che proibisce la vendita di armi a paesi che siano in conflitto armato, da qui la decisione di chiedere al ministro Gentiloni se intenda o meno conformarsi al deliberato europeo anticipando la prevista azione della vicepresidente della Commissione europea”.
Aggiunge Cotti: “Lo stesso Parlamento europeo ha riconosciuto con la risoluzione (leggi) come alcuni Stati membri dell’Ue – e tra questi c’è sicuramente l’Italia – abbiano continuato ad autorizzare il trasferimento di armi e articoli correlati verso l’Arabia Saudita dopo l’inizio della guerra, violando la posizione comune 2008/944/PESC sul controllo delle esportazioni di armi, posizione che esclude esplicitamente il rilascio di licenze relative ad armi da parte degli Stati membri laddove vi sia il rischio evidente che la tecnologia o le attrezzature militari da esportare possano essere utilizzate per commettere gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e per compromettere la pace, la sicurezza e la stabilità regionali. Insomma, il nostro Paese non ne esce per nulla bene”.
L’approvazione dell’emendamento, presentato da cinquestelle (Fabio Massimo Castaldo e Ignazio Corrao), socialdemocratici, liberali, verdi e sinistra europea, è stato in dubbio fino all’ultimo per la contrarietà del partito popolare, ma alla fine è stato approvato con 359 sì e 212 no. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (SIPRI), negli ultimi 5 anni (2011-2015) la vendita di armi verso il Medio Oriente è aumentata del 61%, non a caso due dei maggiori compratori sono proprio il Qatar (+279%) e l’Arabia Saudita (+275%), ovvero i paesi maggiormente impegnati nel conflitto in Yemen. Nelle scorse settimane, oltre 20 organismi non governativi europei che si occupano del controllo sul commercio degli armamenti avevano scritto una lettera ai presidenti e ai vicepresidenti dei gruppi politici al Parlamento europeo affinché votassero nell’interesse della popolazione yemenita, per il rispetto delle leggi umanitarie internazionali e per fermare la vendita di armi alle parti che alimentano il sanguinoso conflitto in Yemen.