Il monitoraggio e lo studio delle esenzioni ticket di alcune patologie (tra gli anni 2006 e 2013), la cui insorgenza è correlabile all’inquinamento ambientale. Con questo obiettivo, nel settembre 2013, i senatori Roberto Cotti (M5S) e BartolomeoPepe (Gruppo Misto) hanno inoltrato ai direttori generali delle Asl sarde una richiesta di accesso agli atti in relazione ad alcune gravi patologie, come i tumori, l’asma, le malattie tiroidee, il Parkinson, l’Alzheimer e il diabete, al fine di individuare con precisione i siti a rischio, risalire alla natura degli inquinanti e, in qualche modo,evitare il moltiplicarsi delle stesse malattie attraverso la programmazione di interventi di bonifica del territorio. A distanza di quasi un anno, “il silenzio delle aziende sanitarie isolane è assordante”, dice oggi Cotti.
L’iniziativa,denominata non a caso “Progetto Nazionale Esenzione Ticket “, mai tentata prima nel Paese, ha visto coinvolte tutte le regioni italiane e i primi risultati stanno consegnando precise informazioni sullo stato di salute di zone ben delimitate di abitanti, soprattutto se messe in correlazione con alcune note e documentate criticità ambientali.
Le note dolenti arrivano però dall’Isola. Se oltre l’80% delle Asl italiane ha risposto alla richiesta di accesso dati, fornendo la documentazione in loro possesso, per la Sardegna si registra uno scandaloso ultimo piazzamento in classica. Infatti, è l’unica regione che si è distinta in negativo: solo 3 Asl su 8 hanno dato seguito alla richiesta di accesso agli atti (notificata con Pec nel settembre 2013) e all’appello manca anche l’Azienda ospedaliera “Brotzu” .
“Al momento registriamo il completamento dei relativi report da parte di buona parte delle regioni italiane. Ad esempio, Campania, Liguria, Puglia, Lazio, Marche, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Basilicata hanno da tempo risposto alle nostre richieste e c’è chi l’ha fatto in una sola settimana”, dice VincenzoPetrosino, medico chirurgo, oncologo e referente scientifico del progetto. Che aggiunge: “Pare impossibile a credersi ma è tutto documentabile: la grandissima parte delle Asl della Sardegna non è riuscita a fornire i dati a distanza di 10 mesi dalla richiesta, con l’aggravante che i direttori generali sono stati sollecitati per ben due volte, inutilmente. Solo le Asl di Oristano (la più veloce), Sassari e Cagliari (che però ha risposto dopo 8 mesi), hanno dato seguito alla richiesta di informazioni”.
Per il senatore Cotti “l’assordante silenzio della sanità sarda appare tanto più grave dinanzi al terzo report dello studio “S.e.n.t.i.e.r.i 2014”, l’indagine epidemiologica dei territori e degli insediamenti a rischio d’inquinamento condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, che registra un eccessodi mortalità e casi di tumore in diverse zone della Sardegna, patologie sicuramente correlabilialle problematiche ambientali”.
“La politica sarda – ha detto il senatoreCotti – si conferma più interessata agli assetti di potere nelle Asl rispetto ai disservizi resi ai cittadini: proprio non riesco a darmi una spiegazione sul comportamento tenuto dalla maggior parte delle Asl sarde, mi auguro che il presidente Pigliaru intervenga immediatamente per ripristinare la trasparenza e l’efficienza finora negate”.