La ministra della Difesa Roberta Pinotti ha confermato che gli indennizzi sulle servitù militari per il quinquennio 2010-2014 sono andati in perenzione, ovvero potrebbero essere destinati ad altro uso. L’esponente del governo Gentiloni però ha specificato che i fondi rimangono disponibili e che la riassegnazione da parte del Ministero dell’Economia e delle finanze “necessiterà di una richiesta delle regioni nei modi e nelle forme previste dalla vigente normative”. Non è emerso il motivo per cui i soldi non siano stati accreditati alla Regione e dunque agli Enti locali gravati da servitù, ma rispondendo alla Camera durante il consueto Question time, la ministra Pinotti ha imputato la perenzione al grande “numero delle amministrazioni interessate e all’arco temporale quinquennale 2010-2014”. Viene così confermato quanto paventato nei giorni scorsi dal generale Gian Domenico Pintus, presidente del Comitato misto paritetico (Comipa), sulla perenzione delle risorse per il periodo 2010-2014.
“Restano misteriose – ha commentato il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti – le responsabilità che hanno portato alla perenzione, decretando così l’impossibilità materiale di accreditare queste fondamentali risorse agli enti locali, al fine di un loro utilizzo, obbligatorio, per la realizzazione di opere pubbliche. Infatti, la ministro si è ben guardata dal fornire risposte in merito. Forse perché sul banco degli imputati sarebbe finita la Regione Sardegna?”.
Confermato poi anche un taglio del 10 per cento degli indennizzi futuri: “Non si tratta di una scelta unilaterale – ha detto il ministro Pinotti – ma di un accordo con le regioni”. “Complimenti – ha aggiunto Cotti -. Quindi anche con la Regione Sardegna? Oppure la stessa può rivendicare, con qualche formale e documentabile atto ufficiale, di avere manifestato contrarietà in merito? Attendiamo fiduciosi una replica, un chiarimento, un segnale di vita da viale Trento”.