Inchiesta sul disastro, blitz a Olbia e Arzachena

Sopralluoghi nelle zone dove sono state registrate vittime, summit con gli investigatori di polizia, carabinieri e guardia di Finanza, sequestri di documentazione negli uffici comunali. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

L’inchiesta del procuratore capo di Tempio Domenico Fiordalisi e del Pm Riccardo Rossi ha avuto una brusca accelerazione. In una giornata di intensissimo lavoro sono state effettuate perquisizioni negli uffici dei comuni di Olbia e Arzachena e nella sede della Provincia. Sequestrate grandi quantità di documenti.

Ad attendere gli inquirenti un lavoro enorme. Si tratta di capire come è stata gestita l’emergenza e, contemporaneamente, individuare le cause di alcune specifiche tragedie. Per quanto riguarda il primo filone, gli agenti della polizia giudiziaria vogliono passare al setaccio prima di tutto i fax e i documenti arrivati e spediti sull’allerta meteo. Perché solo da questi documenti si può cominciare a ricostruire la gestione dell’emergenza.

Poi, appunto, ci sono da accertare le responsabilità relative alle singole tragedie. Relativamente alla Olbia-Tempio, dove è franato un tratto di strada che ha inghiottito tre morte (una quarta è rimasta gravemente ferita, tutte viaggiavano a bordo di un Mitsubishi Pajero), sono stati sequestrati i progetti relativi alla realizzazione della due corsie. Le carte erano ancora negli uffici della vecchia Provincia di Sassari, dalla quale la Gallura si è “separata” nel 2005. Nel caso della Olbia-Tempo c’è da accertare perché la strada sia stata costruita sul fianco roccioso del Monte Pinu utilizzando un sistema di terrapieni e non di ponti. Pare anche che il tracciato recuperi quello di una vecchia mulattiera.

Al vaglio degli inquirenti anche la presunta omissione di soccorso verso Francesco Mazzoccu e suo figlioletto Enrico, morti nelle campagne di Raica: i vicini di casa delle due vittime hanno presentato un esposto ai carabinieri, attraverso il quale hanno raccontato che un operaio dell’Anas non si sarebbe fermato ad aiutare padre e bambino, ritrovati abbracciati nel fango.

Non meno importante è l‘analisi complessiva sulla crescita di Olbia, una città che si è espansa abusivamente nelle zone di periferia: sono 17 i Piani di risanamento urbanistico (Pru) con i quali sono state condonate tutte le case costruite negli anni senza concessione edilizia. La Procura di Tempio vuole capire se dietro quella crescita edilizia così rapida ci siano responsabilità da parte di un qualche amministratore comunale.

Da Tempio si attendono anche i nomi dei primi indagati per la morte della famiglia brasiliana ad Arzachena: padre, madre e due figli vivevano in uno scantinato e lì sono stati sorpresi dall’ondata di piena. In quella cantina oggi farà un sovralluogo il procuratore capo Fiordalisi.

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