L’incendio che ha devastato 15 ettari di pineta alle spalle del litorale di Capo Caccia è sicuramente di origine dolosa. A conferma del fatto, ci sono state numerose azioni di disturbo che nel corso della giornata hanno imposto alle forze impegnate nella messa in sicurezza dell’area a distogliere attenzioni, uomini e mezzi per dirottarli altrove.
Il primo tentativo di distrazione è stato l’incendio appiccato a metà mattina a Fertilia, alle spalle del rifornitore di benzina che si trova proprio all’ingresso della borgata turistica, a pochi metri dal centro abitato. A fine mattinata un altro rogo, fatto partire dal canneto che si trova a ridosso dell’area lagunare del Calich, sotto il ponte romano che collega Alghero e Fertilia.
L’immediato propagarsi delle fiamme, spinte dal maestrale che a quell’ora aveva ripreso a soffiare con una certa forza, ha richiesto l’intervento alternato dei due elicotteri già impegnati a Capo Caccia, che erano arrivati di buon mattino da Bosa e Anela, a rinforzo dei canadair provenienti da Olbia.
L’ultimo ceppo incendiario è stato realizzato sempre nell’area tra il Calich e Fertilia, verso la pineta che sino a qualche mese fa ospitava il campo rom, dove tra l’altro si trova anche un campeggio privato. I camping di Sant’Imbenia e Sant’Igori sono da anni al centro di una contorta vicenda giudiziaria, in seguito alla quale sono stati posti sotto sequestro da oltre tre anni.
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