I “Giganti” di Cabras hanno fatto da (involontari) testimonial per l’ultimo singolo degli Istentales, formazione di rock agropastorale in arrivo da Nuoro: “Mont’e Prama” parla proprio di loro, “I guerrieri che Cartagine ha nascosto” e ne racconta la scoperta avvenuta quarant’anni fa.
Il brano è accompagnato da un videoclip girato nel Sinis dove i cinque musicisti suonano in mezzo alle riproduzioni delle statue ed è introdotto da un inno singolare: è un testo in lingua nuragica composto da Gigi Sanna, ex insegnante di latino e greco e appassionato di epigrafia antica. “Shalóm Nephilím bené shamásh / nur’akúsh ’abaím sa’án / shalóm ’olám’oz hýh / láb Yhw malakím shardán» le parole scritte da Sanna per l’altro Sanna, pastore e cantante degli Istentales.
Gli studi di Gigi Sanna, presentati nel volume “Sardoa Grammata” e pubblicati nel 2004 dalla casa editrice S’Alvure, mirano a dimostrare l’esistenza di una scrittura nuragica grazie alle quattro tavolette di ‘Tzricotu’ trovate nel Sinis in località imprecisata. Non c’è oggi alcuna prova che le tavolette siano realmente nuragiche e che quelli siano davvero segni alfabetici. Nessun esponente della comunità scientifica ha sostenuto queste tesi eppure Sanna non ha dubbi: sono sigilli cerimoniali del XIV secolo che contengono lettere alfabetiche e altri segni di scrittura, di questo si parlerà anche a Sassari in tre seminari in programma alla Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Proprio con questi segni ha composto l’inno degli Istentales la cui traduzione suona così: “Salve giganti figli del sole / tori della luce padri santi / salve eterna forza della vita / cuore di Yhw signori giudici re”.