“Il nostro territorio l’abbiamo sempre difeso, tant’è vero che l’Ente foreste e il Corpo forestale, anche dopo i tagli, non hanno mai sollevato alcuna obiezione”. Sulla ripresa della ceduazione nella foresta del Marganai, il vicesindaco di Domusnovas Gianpaolo Garau difende i progetti dell’amministrazione e ricorda che in paese la situazione è drammatica: “Ogni santo giorno, in Comune, c’è la processione. Non c’è lavoro, le persone non sanno come andare avanti. Noi dobbiamo dare una risposta”.
Di quanti posti di lavoro stiamo parlando?
Su un taglio di 35 ettari di lecceta, 50/60 persone. Una boccata d’ossigeno per sette/otto mesi, poi per altri sei mesi potranno contare sul sussidio di disoccupazione.
Nel Marganai, un’area di importanza comunitaria e sulla carta sottoposta a vincoli rigidi, ad oggi sono stati buttati giù 33 ettari. I rilevamenti effettuati dal team che sta curando l’aggiornamento del Piano di gestione, composto tra gli altri dal padre dell’agronomia in Sardegna, Angelo Aru, ha parlato senza mezzi termini di “effetti nefasti”.
Ma noi contestiamo quella relazione, così come la contestano Ente foreste e Corpo forestale.
All’Ente foreste invece il dirigente competente, come ha rivelato il Dg Antonio Casula, ha espresso parecchie perplessità…
Incomprensioni tra sindaco e dirigente. Ma questo non può compromettere questo importante progetto.
Però qui si parla di dati, non di opinioni. Invece il sindaco Deidda, dopo aver letto la relazione sugli “effetti nefasti” dei tagli, ha attaccato duramente il team di esperti. Come dire: se i risultati ci vanno bene, son veramente esperti. Altrimenti li declassiamo al rango di incompetenti.
Chiunque abbia letto quella relazione ha avuto molti dubbi. Vivo il territorio, sono zone che conosco benissimo e contesto quel documento.
Secondo quali evidenze scientifiche? Perché nessuno, oltre agli esperti del team, ha condotto rilievi costanti nelle aree sottoposte a ceduazione. Anche gli enti di controllo hanno fatto una ‘verifica’ a vista, con due sopralluoghi, senza alcun monitoraggio, come ha fatto il team. Perché, se proprio contestate quei risultati, non commissionate uno studio scientifico?
Gli esperti bisogna pagarli e il Comune di Domusnovas non ha soldi, siamo alla disperazione, con i disoccupati che vengono in municipio tutti i giorni. Non possiamo buttare i soldi per gli studi. Guardi che i tagli sono sempre stati fatti, programmati ogni vent’anni. Si fanno per rinnovare la foresta. Se non entra la luce, le piante muoiono.
Anche dopo il passaggio delle motoseghe però, non è che stiano tanto bene. Perché non presentare un progetto per beneficiare dei milioni che l’Unione europea assegna per la conservazione dei boschi? Oltretutto parliamo di un’area di importanza comunitaria. Avreste potuto dare un lavoro stabile, non stagionale o per pochi mesi l’anno, ai disoccupati di Domusnovas, anche coinvolgendo le stesse cooperative…
Ripeto: soldi in cassa non ce ne sono per pagare chi fa i progetti. E in ogni caso, facendo parte del SiC, dovrebbe essere il comune capofila a presentare i progetti e chiedere i finanziamenti, quindi Villacidro (tesi seccamente smentita dal sindaco Teresa Pani, ndr).
Insomma: per voi l’unica via è quella dei tagli?
Sì. Si sono sempre fatti. Anche per il bene della foresta.
P. S.