La ricostruzione e la diffusione della conoscenza del Porrajmos, la persecuzione e lo sterminio dei rom durante il Nazismo – di cui il confino in Sardegna è una piccola pagina – rientra nel recupero della memoria. E di una parte di storia le cui prove scritte, schede biografiche, documenti di transito sono in parte ancora da rintracciare. La deportazione dall’Italia di rom e sinti, nella sua imponenza, è stata tramandata soprattutto dai racconti e dalle testimonianze orali. Il lungo lavoro di ricerca e catalogazione è partita dagli anni 2000 grazie al Centro studi zingari di Roma e a diversi ricercatori. Esiste in rete un vero museo virtuale, qui il link.
La raccolta Memors è un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma EACEA che si prefigge l’obiettivo di ricostruire storia e memoria della deportazione delle popolazioni sinte e rom. Al centro del lavoro, si legge, la diversità di queste minoranze linguistiche, spesso del tutto ignorata nel dibattito pubblico. Strumenti utili per smontare stereotipi che ancora resistono.
Non solo commemorazioni. Il materiale storico si affianca all’identificazione dei quattro campi di concentramento nella penisola, alla raccolta di testimonianze video e alla realizzazione di incontri e spettacoli.