Nuovo inceneritore e tonnellate di rifiuti in più, questo il piano del governo per l’Isola svelato da Sardiniapost a gennaio. Previsioni confermate, come dimostrano i verbali della Conferenza Stato-Regioni dello scorso 4 febbraio. Il punto è che il governo ha cassato l’emendamento con cui le regioni – Sardegna compresa – hanno tentato di vincolare la costruzione dei nuovi impianti ai piani regionali di gestione dei rifiuti, riservandosi dunque la facoltà di decidere dove e quando costruire i nuovi otto inceneritori (uno dei quali verrà realizzato in Sardegna).
La novità ha creato qualche tensione, tant’è vero che la Campania si è detta contraria al decreto. Opposta, invece, la posizione della Regione Sardegna, che il 20 gennaio si era già espressa a favore del piano del governo. A patto, però, che l’emendamento ‘anti-inceneritori’ venisse accolto. Così non è stato. Ma questo non ha impedito a Viale Trento di confermare l’ok al piano. E c’è di più: a dispetto dei verbali (e di quando affermato dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti), la Regione è convinta di aver portato a casa il risultato. “Le regioni avranno voce in capitolo, l’emendamento è stato accettato”: così l’assessore all’Ambiente Donatella Spano accoglie gli esiti della riunione del 4 febbraio. Ed è qui che la vicenda si tinge di giallo. Come sono andate le cose?
“Emendamento irricevibile”. È il ministro Galletti a presentare la posizione del governo, definendo “irricevibile” la richiesta delle regioni di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. “La proposta emendativa pretende di riservare ai piani regionali l’individuazione dell’effettivo fabbisogno impiantistico, con ciò contraddicendo il ruolo che la legge attribuisce a tali piani come semplice parametro da tenere in considerazione”, precisa Galletti. Insomma, “l’individuazione dei nuovi impianti non può avere natura meramente ‘ricognitiva’ – come vorrebbero le Regioni – in quanto lo Sblocca Italia stabilisce che i nuovi inceneritori costituiscono infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale”. Ecco perché “il piano del governo avrà un preciso effetto circa il regime giuridico di tali impianti e i procedimenti di realizzazione dei relativi interventi”.
Insomma, le regioni si adeguino: questo il messaggio del governo. Ma com’è possibile, allora, che la Regione Sardegna esulti per l’accoglimento del fatidico emendamento?
“Tutto a posto”. Sul piano inceneritori, l’assessore Spano è intervenuto due volte. La prima per rivendicare la co-paternità dell’emendamento in base al quale si chiedeva al governo di vincolare la costruzione dei nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti (quello sardo compreso) alla revisione del piano regionale dei rifiuti. La seconda, il 4 febbraio, per festeggiare il recepimento dell’emendamento da parte del governo del famoso emendamento. In nessuno dei due casi, però, l’assessore denuncia l’aumento di 50.000 tonnellate/anno della capacità di smaltimento che la Sardegna dovrebbe installare ex novo, portata a 120.000 dalle 70.000 previste nella bozza del decreto circolata a luglio (unico caso in tutta Italia in cui le stime hanno subito un rialzo così elevato).
Carta canta. Ma, allora, possibile che Galletti abbia cambiato idea tra il 26 gennaio, quando è stato audito dalla Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, e il 4 febbraio, data in cui la Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole sul decreto inceneritori? Se non dovessero bastare le parole del ministro, si possono citare quelle pronunciate dal vicepresidente della regione Campania, Fulvio Bonavitacola, durante la Conferenza Stato Regioni del 4 febbraio. “Rispetto al decreto, sussistono forti perplessità, visto che non è stato accolto l’emendamento volto a vincolare la ricognizione del fabbisogno impiantistico ai piani regionali”. Il punto è che in Campania non hanno nessuna intenzione di dotarsi di nuovi inceneritori per una capacità di smaltimento di 300.000 tonnellate, come invece imposto dal governo. Al contrario, “L’intenzione della regione – precisa Bonavitacola – è quella di sostenere la raccolta differenziata”.
“Governo patrigno”, si dirà. Ma, se è vero che gli otto nuovi inceneritori distribuiti tra il centro e il sud Italia e le Isole sono fortemente voluti da Roma, è altrettanto vero che la Regione ha evitato il confronto con il governo. E voci interne alla maggioranza sostengono che a una parte della maggioranza un nuovo inceneritore non dispiacerebbe affatto.
Piero Loi
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