“Salviamo la foresta del Marganai“. Con questo obiettivo l’indipendentista Pier Franco Devias, insieme con centinaia di sostenitori, ha promosso un sit-in il 2 ottobre prossimo alle 10.30 sotto gli uffici dell’assessorato regionale all’Ambiente, in via Roma 80 a Cagliari. L’iniziativa ha preso spunto dalla “grande preoccupazione” dei cittadini per il progetto dell’Ente foreste di tagliare 550 ettari di lecceta nel compendio del Marganai, per ricavarne legnatico e materia prima per la produzione di pellet.
“Noi non abbiamo le competenze scientifiche per giudicare la bontà o meno di questa scelta, tantomeno per esprimerci tecnicamente su questa gestione a governo ceduo del bosco – precisa Devias -. Ma c’è chi ha le competenze per giudicare ciò che è stato fatto. Fino a questo momento l’unica relazione che è stata fatta su questi tagli è quella firmata da Angelo Aru, padre dell’agronomia in Sardegna, dal biologo Francesco Aru e dal geologo Daniele Tomasi. La loro relazione reputa gli effetti del taglio ‘nefasti'”.
“Ad ora – aggiunge l’esponente indipendentista – oltre a questa relazione scientifica che si esprime in maniera fortemente critica per l’operato, non esiste nessuna altra relazione scientifica ma solo vaghe rassicurazioni da parte della Forestale che dice che il taglio non ha avuto effetti dannosi. Ce lo auguriamo, ma purtroppo le ‘rassicurazioni’ hanno validità solo quando sono affiancate da una prova scientifica. Che non c’è. In questo contesto, già di per sé estremamente preoccupante, l’Ente Foreste approva un nuovo taglio. Questa volta, addirittura, di ben 550 ettari di foresta”.
Nella nota ci si chiede poi cosa pensano della vicenda il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano, “visto che fino a questo momento non hanno espresso alcuna posizione nonostante il loro ruolo e nonostante la gravità della situazione. Da cittadini sardi crediamo che l’Assessore e il Presidente debbano esprimere pubblicamente un loro chiaro parere in merito ed operare tempestivamente al fine di assicurare la protezione dell’ambiente”.
“La foresta – ricorda ancora Devias – era stata acquistata dalla Regione Sardegna nel 1980 con oltre un miliardo di lire di investimento e affidata alla gestione dell’Azienda Foreste Demaniali (oggi Ente Foreste) con lo scopo di proteggerla e valorizzarla. Evidentemente l’Ente Foreste ha reputato che uno dei modi per valorizzare questa foresta fosse il taglio degli alberi, dal momento che essa è stata sottoposta negli scorsi anni a tagli per complessivi 35 ettari da parte di una cooperativa di Domusnovas che si era aggiudicata l’appalto”. Ma “probabilmente esistono metodologie di protezione, valorizzazione e fruizione più adatte rispetto al taglio di migliaia di alberi ancora giovani. È una questione, questa, di scelte e di punti di vista. Magari per esempio una valorizzazione turistica che dia anche lavoro a tante persone nella zona, occupandole nell’ambito della ricezione turistica e dei servizi ai tanti visitatori di un territorio dal grande valore naturalistico piuttosto che nel taglio degli alberi per la produzione di pellet”.
“Non siamo talebani – conclude il promotore del sit-in – e non abbiamo niente in contrario quando dei tagli controllati sono fatti in funzione di protezione e rivitalizzazione del bosco, ma è tutto da vedere se è questo il caso. Vogliamo capire se a muovere le motoseghe siano interessi diversi da quelli che sono stati demandati all’Ente, ovvero la protezione del bosco e nient’altro che questo”.
(foto di Daniela Ventura)