Nessuno stop. L’occupazione della miniera di Monteponi, dove 37 donne sono barricate da venerdì mattina nella galleria Villamarina, va avanti. ” Troppe volte – dicono – abbiamo avuto rassicurazioni da questa e dall’altra Giunta regionale sul fatto che l’Igea sarebbe stata messa in condizioni di espletare le funzioni per cui è nata, ossia realizzare le bonifiche e la messa in sicurezza delle aree minerarie dismesse. Purtroppo alle belle parole non sono seguiti i fatti, ecco perché abbiamo deciso di proseguire questa battaglia fino a quando non ci saranno atti concreti che vanno nella direzione auspicata”.
Un certo ammorbidimento della vertenza da parte dei lavoratori, in realtà, c’è stato, come racconta il delegato Rsu Sandro Caria: “Abbiamo deciso di interrompere il presidio e l’occupazione del pozzo 2 della miniera di Campo Pisano, che fornisce quasi la metà del fabbisogno idrico della città. Questo per dare un segnale di distensione alla nostra controparte, la Regione sarda, in virtù delle aperture fino ad ora dimostrate con i provvedimenti che stanno per essere varati, in primis il pagamento di tutte le spettanze ai lavoratori, e si tratta ormai a ben 7 mensilità. Inoltre – aggiunge Caria – con l’occupazione del pozzo 2 il nostro obiettivo non era quello di creare disservizi alla città, ma solo quello di evidenziare l’importante ruolo svolto dall’Igea nell’ambito di servizi pubblici primari, come appunto quello dell’acqua”.
Il pozzo 2 e la minisrea di Monteponi sono ai due lati opposti della città. Le donne precisano ancora: “Siamo grate a tutta la cittadinanza di Iglesias e dei centri vicini per l’enorme solidarietà che ci viene dimostrata da quando è iniziata la nostra lotta, una solidarietà che si manifesta nelle forme più svariate, dalla consegna dei generi di prima necessità al sostegno morale, ma anche quello spirituale. la nostra lotta – dicono ancora le 37 Maria, come ieri si sono chiamate in diretta nel programma di Ballarò – la nostra lotta va avanti secondo i turni prestabiliti all’interno del nostro gruppo, mantenendo il presidio per tutta la giornata e alternandoci la notte in modo che ognuna di noi possa soddisfare le primarie esigenze di madri, anche di figli molto piccoli”.
Fuori da Monteponi, a offrire supporto alle donne ci sono anche gli operai dell’Igea: alcuni di loro stanno trascorrendo le notti in auto per garantire le sicurezza delle colleghe. Insomma, l’acqua è tornata in città, ma la protesta è tutt’altro che finita.
Carlo Martinelli
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