La vicenda della causa civile avviata contro la Saras da Liliana Mura e dal figlio Carlo Romanino, per i danni subiti dalle contaminazioni che investirono l’azienda agricola di famiglia e ne decretarono la chiusura nel 2007, approda in Senato con una interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle. A raccoglierne l’allarme, sollevando più di un quesito sullo stato di salute delle popolazioni e sugli effetti della possibile contaminazione dell’ambiente, è stato il senatore Roberto Cotti.
Sardinia Post aveva dato notizia della denunciata contaminazione delle coltivazioni in prossimità della Saras già a partire dallo scorso gennaio, con una documentata inchiesta in cui si riportavano gli esiti delle analisi che i titolari dell’azienda Mura-Romanino avevano commissionato ad un laboratorio privato, analisi che evidenziavano la presenza di antimonio, zinco, arsenico, rame, piombo e nichel sulle produzioni agricole, tanto da renderne vana la commercializzazione.
Partendo da questi fatti, il senatore Cotti ha richiamato l’attenzione dei ministeri dell’Ambiente, delle Politiche agricole, della Salute, del Lavoro e della Giustizia sulle indagini, studi e risultanze pure disponibili da tempo e che avrebbero dovuto allertare le autorità preposte al controllo e tutela della salute delle popolazioni e del territorio, evidenze scientifiche cui più di recente si è aggiunto il lavoro condotto da importanti ricercatori, pubblicato lo scorso febbraio sulla rivista di epidemiologia “Mutagenesis”, edita dall’università di Oxford, nel quale tra l’altro si legge: “I piccoli che abitano vicino al polo industriale presentano incrementi significativi di danni e di alterazioni del Dna rispetto al campione di confronto estratto dalle aree di campagna”.
In base a tali elementi Cotti ha denunciato la pressoché totale latitanza delle istituzioni, “non risultando ad oggi l’adozione di appropriate e costanti azioni tendenti a limitare i rischi sanitari e ambientali, e tanto più in considerazione del fatto che nei comuni di Pula, Sarroch e Assemini gli studi hanno riscontrato un’incidenza quasi tripla di determinate patologie rispetto ai normali valori, popolazioni che pertanto correrebbero un rischio più elevato di leucemie”.
Nella lunga interrogazione parlamentare Cotti ha ricordato come la Saras abbia contestato la documentazione e le analisi prodotte in sede di giudizio dalla famiglia Mura-Romanino, opponendosi alla richiesta di disporre ulteriori verifiche e perizie, ma ha anche rievocato la problematica connessa alla sicurezza degli ambienti di lavoro della Saras, più volte denunciata e portata all’attenzione dell’opinione pubblica attraverso film, documentari e inchieste giornalistiche (OIL 1 e 2, di Massimiliano Mazzotta, così come la pubblicazione “Il Paese dei Moratti: Sarroch-Italia, una storia ordinaria di capitalismo coloniale”, di Giorgio Meletti), che la Saras ha sempre osteggiato, cercando di bloccarne la diffusione.
Secondo l’European Pollutant Emission Register (EPER), la Saras rilascerebbe in atmosfera notevoli quantità di cromo e composti di cromo, PM10, ossidi di azoto e benzene a cui andrebbero aggiunti gli inquinanti contenuti negli scarichi delle acque (rame, arsenico, benzene, cianuri, cadmio, cromo, nickel), con un impatto ambientale allarmante per la salute delle persone e per l’ecosistema di un territorio nel quale sarebbe altissimo il numero di patologie tumorali e affezioni croniche dell’apparato respiratorio. Inoltre, nell’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente – come denunciato dal Prof. Vincenzo Migaleddu dell’Isde (International Society Doctor for Environment)- su 2000 impianti industriali europei esaminati, 191 determinano il 50% dell’impatto sanitario complessivo in ambito comunitario e tra questi 191 impianti la Saras Raffinerie Spa è al 69° posto nella classifica assoluta e al primo posto nell’Isola.
Ai ministeri cui è rivolta l’interrogazione viene richiesta l’attivazione urgente di indagini epidemiologiche con l’obiettivo di accertare la sussistenza di un nesso causa-effetto sulla salute delle popolazioni e la contaminazione del territorio rispetto alla presenza della raffineria Saras, ma soprattutto l’avvio di uno screening sanitario sulla popolazione, con apposite indagini da commissionarsi ad enti indipendenti per verificare i reali livelli delle emissioni atmosferiche, ma anche sulla qualità delle acque sotterranee e superficiali, nonché una non più rinviabile rivisitazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla Saras dal ministero dell’Ambiente.
“Gli ultimi studi e allarmi rilanciati in questi giorni dai mezzi di informazione – ha detto il senatore Cotti – aggiungono ulteriori preoccupazioni sul rischi che corrono le popolazioni in prossimità dell’agglomerato industriale di Sarroch. In tal senso non è più possibile stare a guardare con sufficienza una situazione che appare sempre più precaria e che rischia oltretutto di compromettere definitivamente l’ambiente e la qualità della vita”. “E’ giunta l’ora – ha concluso Cotti – che tutte le istituzioni preposte alla tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro facciano pienamente la loro parte.
Sicuramente un momentaccio, quello che sta attraversando la Saras. Non solo per l’interrogazione del M5S, che dopo avere acceso nelle settimane scorse un faro sul progetto Eleonora (trivellazione del sottosuolo alla ricerca di gas) ora torna ad occuparsi della società dei Moratti (e del nuovo socio governativo russo) per la raffineria di Sarroch, ma soprattutto per le notizie che sempre oggi arrivano dai bilanci della società, che ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con una perdita di 1,8 milioni di euro (-113% rispetto al 2012), mentre il margine operativo lordo è sceso a 54,4 milioni.
Marcello Mereu
(foto di Roberto Pili)