Tra inerti, attive e vuote, sono 4960 le bombe confezionate nel 2015 dalla Rwm Italia Spa, sede legale in provincia di Brescia e stabilimenti a Domusnovas. Ovvero circa 1500 in più rispetto al 2014, quando la produzione si era fermata a 3400. Significative anche le esportazioni di componenti per mine marine “Limpet Piovra”, “Manta” e “Murena”. E di cariche e cesoie esplosive, o semplice esplosivo (di diversi tipi). È quanto emerge dalla relazione sull’export di armamenti della Presidenza del Consiglio cui Sardiniapost ha avuto accesso.
La Rwm è un caso internazionale. Ma Roma se ne infischia
L’aumento della produzione di armamenti negli stabilimenti di Domusnovas va letta alla luce di un dato generale: nel corso del 2015, in Italia il valore delle autorizzazioni rilasciate all’industria bellica per l’esportazione di armamenti è cresciuto del 200% in un anno, passando da 2,6 miliardi di euro del 2014 a 7,8 miliardi dell’anno appena trascorso. Aumentano, infatti, le commesse provenienti dai paesi europei, da alcun stati asiatici (Taiwan e Singapore su tutti). E da Africa e Medioriente. Dopo aver attraversato il Mediterraneo, i venti di guerra finiscono dunque per sferzare anche l’Isola, seria candidata a diventare un hub nell’Europa del sud per la produzione di armi, con specializzazione nel campo delle bombe. E poco importa se gli armamenti vengono esportati verso paesi in guerra, che oltretutto si macchiano di pesanti violazioni dei diritti umani anche sul piano interno (come l’Arabia Saudita e la Turchia). E se, nel frattempo, la fabbrica delle bombe di proprietà del colosso tedesco degli armamenti “Rheinmetall” è diventanto un caso politico a Berlino e a L’Aia. Roma autorizza e Domusnovas va sempre più veloce. Nonostante, contro le bombe ‘made in Sardinia’ utilizzate dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen, dove si contano migliaia di vittime tra i civili, si sia espresso anche il Parlamento europeo.
Produzione in aumento
La maggiore solerzia con cui lavorano le linee di montaggio della Rwm ha un riflesso anche sul piano economico. Stando ai dati forniti dal ministero degli Esteri, infatti, nel 2015 la fabbrica sulcitana ha prodotto armamenti per 41 milioni di euro contro i 27 milioni del 2014. Insomma, la capacità di produrre valore (e di soddisfare le commesse in minor tempo – che vengono comunque estinte in più anni) è aumentata di oltre il 50%. Nel dettaglio, a tirare su l’ultimo bilancio della società sono gli avanzamenti registrati sulle commesse per le bombe Paveway 4 (attive) – tecnologia di guida laser per ordigni aerei di proprietà dell’americana Raytheon – con 6,3 milioni di euro e 17,4 milioni per bombe 1000 libre del tipo Mk 83 che, come ricostruito dall’analista Giorgio Beretta dell’Osservatorio bresciano sugli armamenti “Opal” rappresentano l’ultimo avanzamento della commessa del 2013 da 62,2 milioni di euro per 3650 bombe mk 83 attive, probabilmente destinate proprio all’Arabia Saudita.
Fatturato costante
L’exploit della produzione registrato nel 2015 sembrerebbe non trovare riscontro nei dati forniti dal Ministero dell’Economia e della Finanza. Infatti, nel 2014 la Rwm ha incassato di più nonostante abbia esportato armamenti per un valore inferiore a quello dell’ultimo anno (43,1 milioni di euro contro i 40,3 del 2015). Tuttavia, questa discordanza potrebbe essere spiegata dalle modalità di pagamento concordate con l’acquirente. Ad esempio, è possibile che le fatture relative alle armi spedite dalla Sardegna negli ultimi mesi del 2015 siano state emesse nel 2016, al di fuori, cioè, del periodo preso in considerazione dalla relazione governativa. Le cifre fornite dal Ministero dell’Economia appaiono, inoltre, in linea con i dati forniti dall’Istat.
La ‘classifica’ degli acquirenti vede in testa l’Arabia Saudita seguita da Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Turchia.
Un ricco carnet
Il dato relativo al portafoglio ‘ordini’ nei due singoli anni non presenta invece differenze significative: se, infatti, nel 2014 il valore complessivo delle commesse ottenute dalla Rwm era pari a circa 205 milioni di euro, nel 2015 ammonta a poco meno di 200 milioni (va notato che, tanto nel 2015 che nel 2014, il portafoglio potrebbe attestarsi sui 130 milioni di euro se – come suggeriscono alcuni esperti – non si considerano gli importi uguali che vengono ripetuti nelle tabelle redatte dal ministero degli Esteri). In ogni caso, se si considera la maggiore capacità degli stabilimenti di soddisfare gli ordini del carnet, si può dire che le commesse per il 2015 siano cresciute.
Dato non secondario: la relazione non sembra conteggiare la mega-commessa del ministero della Difesa francese del valore di 225 milioni di euro che la Rwm si è aggiudicata a fine anno. Ecco perché c’è da aspettarsi che la Rheimetall intenda portare ancora più in alto la produzione degli stabilimenti. Con le benedizioni romane. E i silenzi della politica sarda, s’intende.
Piero Loi
@piero_loi
Nella foto, bombe Paveway IV