Radio Press, Tiscali News e l’incarico di addetto stampa in Regione. Nel mezzo il successo editoriale di ‘Mezza stagione’. A voler fare sintesi in queste ore tristissime, si possono riassumere così le tappe professionali di Cristiano Bandini, morto troppo presto ieri sera, a soli 45 anni.
Cristiano era per tutti un amico. Anche e soprattutto di Cagliari, la sua città, che lo sta ricordando su Facebook con centinaia di commenti e di aneddoti. Perché lui era prima di tutto Bancri e con quel nicknamen-soprannome aveva aperto l’account su Twitter, Instagram e Skype. Bancri il ragazzo gentile che decise di non fare l’avvocato dopo la laurea in Giurisprudenza. A Cristiano piaceva scrivere, raccontare, ascoltare e parlare.
Meno di un anno fa la scoperta di un brutto male. E Cristiano aveva deciso di affrontare la malattia con la stessa tenacia che usava sul lavoro: ostinazione e spirito guerriero. Lui che diceva “noi siamo gli albanesi del giornalismo”, ha ricordato il collega Alberto Urgu in un post, perché “non siamo riusciti a sbarcare in tempo sulle coste della professione così bella e maledetta”.
Cristiano Bandini scriveva di tutto, ma era un grande appassionato di sport e spettacoli. Del suo Casteddu è sempre stato un tifoso instancabile, anche perché a calcio gli piaceva giocare. E poi rideva, Branci. Come “quella volta che che ti sei inventato ‘Cagliari non è Las Vegas’ e ci è sembrato un titolo inarrivabile”, ha scritto, sempre su Facebook, un’altra amica e collega, Paola Pilia.
Cristiano, che avrebbe compiuto 46 anni il prossimo 5 ottobre, lascia la compagna Maria e una bambina piccolissima: anche a loro va l’abbraccio sincero della redazione di Sardinia Post.
Lunedì 16 luglio, alle 16, i funerali nella chiesa dell’Annunziata, in Corso Vittorio Emanuele, a Cagliari.