Come era prevedibile, i razzisti e gli xenofobi si sono scatenati nel web subito dopo la nomina a ministro di Cécile Kyenge. E si è distinto in modo particolare – tanto da guadagnarsi diverse citazioni sulla stampa nazionale – un professore cagliaritano, Pietro Melis, titolare di un blog in apertura del quale svetta la scritta: “Questo è il blog del prof. Pietro Melis, autore del testo intitolato “Scontro tra culture e metacultura scientifica: l’occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche“. Il professor Melis – che ha 70 anni ed è in pensione dopo aver insegnato”Scienza della formazione” all’università di Cagliari- è anche noto per essere stato condannato con sentenza definitiva per antisemitismo. Nel 2004 diffuse un suo scritto nel quale invocava “le camere a gas naziste per i maledetti ebrei” colpevoli, a suo dire, di praticare il rito di macellazione ortodosso degli animali prescritto dal libro del Levitico. Infatti tentò di difendersi sostenendo di essere stato animato non dall’antisemitismo ma da spirito animalista.
Adesso se la prende con i “negri”. “Questa folle – ha scritto subito dopo la nomina a ministro di Cécile Kyenge – ha detto che l’Italia deve essere un Paese meticciato. E’ venuta a comandare in casa degli altri (…) Perché non è rimasta nel suo Congo in mezzo alla guerra civile che imperversa da tanti anni? No, è venuta qui da fuggiasca a farci lezione. Vuole anche qui una guerra civile tra poveri questa forsennata. Ma se ne torni in Congo, dove merita di continuare a vivere. Faccia lì l’oculista. Di lei non abbiamo bisogno”.
Lo scritto, dopo una dissertazione attorno alla disoccupazione degli italiani e al pericolo che gli stranieri si approprino dei pochi posti di lavoro a disposizione, prosegue così: “A che serve dunque il neonato pazzesco ministero dell’integrazione? Che sia stata nominata come ministro di questo cosiddetto ministero una negra sposata con un’italiano (deve essere un disperato) la dice lunga sui propositi nefasti del Pd di propagandare il mito della società multiculturale e multirazziale. Ben sapendo che la politica dell’accoglienza ha portato ad una maggiore criminalità, essendo, per esempio, lo spaccio della droga dominato dalle organizzazioni mafiose di cui i clandestini o ex clandestini (tali solo per avere avuto un permesso di soggiorno) sono spesso la manovalanza, se non si mettono in proprio. Si è detto che molti africani o asiatici stanno decidendo di tornare nei loro Paesi perché non trovano lavoro e qui si inventa un ministero dell’integrazione. Pazzesco”.