Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, Marta Dessì, di 26 anni, e Giorgio Reciso, di 40, accusati dell’omicidio di Joelle Maria Giovanna Demontis, la donna di 58 anni di origini tunisine massacrata di botte in un appartamento di via Dei Donoratico, a Cagliari, la sera di venerdì 8 settembre. I due erano coinquilini della vittima. Questa mattina, il giudice con il pubblico ministero Daniele Caria si sono recati nel carcere di Uta dove è rinchiuso Reciso il quale, assistito dall’avvocato Roberto Nati, ha deciso di non rispondere ma ha comunque rilasciato dichiarazioni spontanee nelle quali ha respinto ogni addebito. Il Gip si quindi è spostato in ospedale dove è ricoverata, piantonata dai militari, la sua presunta complice: difesa dall’ avvocata Guendalina Garau, anche lei si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Il pm Caria ha confermato la richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere per entrambi: la giovane sarà trasferita quando le sue condizioni di salute lo permetteranno. Tra le piste seguite dagli inquirenti, c’è la gelosia: Reciso sarebbe stato conteso tra le due donne. Lui e la vittima, secondo quanto si è appreso, stavano insieme da tempo e pare che si volessero anche sposare. L’arrivo in casa della giovane Marta avrebbe incrinato il rapporto, proprio perché entrambe puntavano ad avere con l’uomo una relazione stabile. Venerdì scorso sarebbe scoppiata l’ennesima lite, poi degenerata in un vero e proprio pestaggio. Dopo l’aggressione, i due coinquilini – secondo la ricostruzione degli investigatori – avrebbero ripulito tutto l’appartamento, lavato accuratamente il corpo della Demontis e solo successivamente hanno chiamato i soccorsi.