“Più della metà dei comuni della Sardegna è ancora priva del Piano di emergenza comunale”. Lo denuncia il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti, che sollevò il caso quasi un anno e mezzo fa, nel settembre del 2013, per poi far presente la situazione anche al neo insediato presidente della Regione Francesco Pigliaru, undici mesi orsono.
“Oggi il Presidente, con l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e il direttore generale della Protezione Civile – dice Cotti – hanno presentato il ‘Manuale Operativo delle allerte ai fini di protezione civile’. Spiega l’assessore Spano che “circa la metà dei comuni della Sardegna è ancora priva del Piano di protezione civile comunale, in questi casi il Manuale sopperisce alla mancanza del Piano, descrivendo tutti i passi e le fasi operative che i diversi attori devono compiere a seconda del livello di criticità”. Ecco – attacca il senatore del M5S – vorrei invitare l’assessore Spano a fare un più accorto uso delle parole. Semplicemente perchè il “manuale” non può “sopperire” ad un obbligo di legge platealmente disatteso. Quello – per intenderci – previsto nella legge n. 100 del 12 luglio 2012, in cui si prescrive un termine ben preciso entro il quale le amministrazioni comunali devono munirsi di Piano di emergenza. Un termine, peraltro, abbondantemente scaduto da anni”.
“C’è qualcosa che non va: trovo infatti grave – conclude Cotti – che l’amministrazione regionale, invece di attivarsi in proposito, facendo rispettare le leggi ed attivandosi per sostituirsi alle amministrazioni comunali inadempienti in materia (basterebbe un provvedimento legislativo di un solo articolo, approvabile in pochissimo tempo), si metta a spacciare un “manuale” come strumento atto a “sopperire alla mancanza del Piano. Ecco, non vorrei che di questo passo si sopperisca alla legge di formazione del bilancio della Regione con l’adozione del Manuale delle Giovani Marmotte”.