Il 6,08 per cento delle reti idriche sarde, quelle che portano l’acqua potabile nelle case, è fatto ancora da tubature in amianto. In chilometri sono 470,5 su un totale di 7.738. Ma le province di Cagliari e Oristano ne hanno una quantità doppia rispetto alla media regionale: rispettivamente l’11,6 per cento e l’11,03. Nella classifica per Comuni, il primato negativo spetta ancora all’Oristanese: l’amianto risulta presente nella quasi totalità delle condotte a Solarussa (17 chilometri; 91,3 per cento) e Arborea (84,11 per cento; 39,38 chilometri). Poco sotto, Palmas Arborea (74,16 per cento; 33,85 chilometri). Segue Decimoputzu, nel Cagliaritano, con il 68 per cento (16,7 chilometri).
Tore Garau, presidente di Afeva Sardegna (Associazione familiari e vittime dell’amianto), torna a lanciare l’allarme, dopo la manifestazione di lunedì con la quale la onlus ha chiesto alla giunta di Francesco Pigliaru di “ripristinare le risorse per le bonifiche, bloccate nel 2010” dal centrodestra di Ugo Cappellacci. “Fondi – sottolinea Garau – che vanno investiti pure nelle reti idriche, per evitare di esporre ai rischi dell’asbestosi ancora migliaia di cittadini”.
I dati sulle condotte all’amianto sono contenuti nell’ultimo censimento di settore fatto dalla Regione nel 2008. Cagliari, per ovvie ragioni geografiche, è la provincia con la maggiore estensione di tubature idriche, ma anche quella messa peggio: l’amianto non è stato rimosso in 248,12 chilometri rispetto ai 2.139 totali. E oltre Decimoputzu, “anche a Quartucciu ed Elmas ci sarebbe bisogno di immediati interventi, visto che lì le reti idriche con asbesto raggiungono rispettivamente il 41,21 per cento (14,72 chilometri) e il 40 per cento (9,6 chilometri).
Dopo Cagliari, è l’Oristanese la seconda provincia da maglia nera: 125,09 chilometri di condotte da rifare su 1.135. Oltre Solarussa, Arborea e Palmas Arborea, non naviga in buona acqua nemmeno il Comune di San Vero Milis con una percentuale di tubature potenzialmente nocive pari al 51,67 (6,95 chilometri). Poco sotto c’è Cuglieri: 5,74 chilometri che equivalgono al 42,94 per cento.
Il Medio Campidano è il terzo territorio sardo per quantità di amianto presente nelle reti idriche: 31,77 chilometri sui 564 totali (5,63 per cento). Il record negativo ce l’hanno Sardara (14,26 chilometri, 58,84 per cento) e Pabillonis (6,84 chilometri, 51,45 per cento). Nel Sulcis, invece, andrebbe sostituito il 3,46 per cento delle condotte: 25,62 chilometri su un’estensione di 740. Ma Musei è decisamente sopra la media provinciale con un 50 per cento di tubature in amianto (3,49 chilometri).
A metà classifica il Sassarese che fa segnare un 2,46 per cento, pari a 29,46 chilometri su un totale di 1.197. La Gallura può vantare una percentuale ancora più bassa: 1,4 per cento, e vuol dire 8,33 chilometri su 595.
La quantità di amianto nelle reti idriche ha valori praticamente irrilevanti nel Nuorese e in Ogliastra. In Barbagia, la percentuale si riduce fino allo 0,23 per cento (in chilometri sono appena 1,22 su 1.025). Ancora più da record, sempre in positivo, la provincia di Lanusei-Tortolì: 0,16 per cento di amianto nelle condotte, pari a poco più di mezzo chilometro (0,54 per la precisione) su un totale di 343.
“Attendiamo – conclude il presidente di Afeva – che la nuova Giunta regionale convochi quanto prima quel tavolo tecnico-politico da noi auspicato. L’obiettivo è fare il punto sui rischi asbestosi in Sardegna, dove tante persone hanno contratto la malattia, ma senza ottenere giustizia. Nemmeno per le proprie famiglie”.
Alessandra Carta
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