La Camera di Commercio cagliaritana ha un nuovo presidente: è Vitangelo Tizzano. Questa mattina lo ha eletto il Consiglio, nel solco della sfiducia a Giancarlo Deidda, votata il 31 marzo scorso. E proprio su quella cacciata prende posizione il Mise, il Ministero per lo Sviluppo economico cui spetta la super visione degli enti camerali italiani e al quale Deidda si era rivolto per protestare contro il voto dei “ribelli”. Ma il presidente esautorato finisce bacchettato dagli uffici romani per aver dichiarato “conclusa la stessa riunione, in palese contrasto con la volontà largamente maggioritaria dei consiglieri presenti”, si legge.
Dunque, in via Angioy c’è una poltrona per due, adesso. Tizzano – quota Coldiretti, ormai ex vice – risulta essere l’uomo della maggioranza, scelto all’unanimità dai 19 presenti sui 31 componenti dei Consiglio camerale (qui il verbale della seduta). Deidda, tuttavia, continua a considerarsi in carica.
Cosa succederà da domani mattina, non è dato saperlo. Tizzano, di certo, farà il suo ingresso nel palazzo cagliaritano da capo della Camera. E chissà se Deidda arriverà prima di lui.
Fatto sta che ricorsi non ce ne sono. Deidda, all’indomani della sfiducia, aveva bollato come “giuridicamente inesistente” la sfiducia del 31 marzo. Non solo: con una missiva invitò le forze dell’ordine a vigilare sulla sede. Ma una lettera la spedì pure al Mise, chiedendo un intervento chiarificatore. Solo che dagli uffici romani per Deidda è arrivata una mazzata, sebbene il ministero non lo dichiari decaduto dall’incarico.
Il passaggio chiave del Mise recita così: “Se pure si sarebbe potuta ipotizzare una potenziale illegittimità e lesione del diritto di difesa dall’asserita carente conoscenza, da parte del Presidente, delle complete motivazioni poste a base della mozione di sfiducia, sembrerebbe parimenti illegittimo che il Presidente, i cui compiti di direzione dell’andamento delle sedute sono certamente significativi, tuteli la propria posizione personale attribuendosi il potere di concludere, senza voto, un punto all’ordine del giorno e di dichiarare conclusa la stessa riunione in palese contrasto con la volontà largamente maggioritaria dei consiglieri presenti”.
Una nota l’hanno firmata pure i 19 consiglieri che oggi hanno eletto Pizzano. “I consensi – è scritto – sono sono stati espressi in rappresentanza di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Casartigiani, Coldiretti, Confapi, Associazione Armatori Pesca, Confcooperative”. Questi i nomi: Cristian Atzori, Eugenio Maria Aymerich, Alberto Bertolotti, Giovanni Biggio, Enrico Binaghi, Roberto Bolognese, Simonetta Caredda, Fabio Cois, Maurizio De Pascale, Giancarlo Ferrua, Luigi Tomasi, Vitangelo Tizzano, Carlo Tedde, Marco Sulis, Mario Stevelli, Ignazio Schirru, Renato Murgia, Mauro Murgia, Sergio Mocci, Gigi Picciau.
Quindi la ragione della designazione di Tizzano. “La maggioranza del Consiglio, da tempo delineatasi in favore di un deciso cambio di rotta, ha deciso così di proseguire nel percorso intrapreso nel totale rispetto di Statuto e Regolamento, culminato nella sfiducia a Deidda decretata lo scorso 31 marzo con 21 voti”. E a proposito: i due assenti rispetto ai 19 di oggi sono da imputarsi unicamente a impegni di lavoro.
Insomma, il fronte anti-Deidda non solo non ha perso pezzi, ma anzi insiste. “Il parere espresso dal Mise – si legge ancora nella nota congiunta dei 19 consiglieri camerali – va ad aggiungersi ad autorevoli consulenze legali che confermano la regolarità della nostra azione, come risulta anche dalla emblematica sentenza 698 del Consiglio di Stato”, con la quale il 10 febbraio scorso il massimo organo della giustizia amministrativa “ha confermato la validità della sfiducia su un caso analogo”, riguardante la Camera di Commercio di Roma (qui il testo).
Alessandra Carta
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