Cagliari, trecento persone in piazza per dire no al razzismo

Trecento persone si sono radunate ieri a Cagliari, nella centralissima piazza Costituzione, per manifestare contro il razzismo a pochi giorni dalla morte del giovane nigeriano Emmanuel Chidi Namdi, ammazzato a Fermo da un militante neofascista. Il sit in, che ha visto la partecipazione di comitati pacifisti, associazioni culturali e del sociale e movimenti politici è stato organizzato dal Presidio Piazzale Trento.

“È necessario che la comunità antirazzista della nostra città lanci un messaggio di giustizia – hanno sottolineato gli ideatori della manifestazione – perché l’ultima morte per razzismo non passi in silenzio e le comunità solidali alzino la voce contro l’odio che serpeggia nelle città italiane ed europee e che arma le mani dei violenti. Scendiamo in piazza per alzare la voce, per opporci al dilagante razzismo contro i migranti, per denunciare ogni insulto e violenza legati al ‘colore’ della pelle o a qualsiasi altro fattore”. 

Insieme agli attivisti di Presidio Piazzale Trento, movimento spontaneo che da dieci anni porta avanti battaglie contro le ingiustizie sociali, c’erano esponenti di Lila Cagliari, Emergency, Asce, Sardegna Palestina, Arc Cagliari, Eureka Studenti, Liberu, Il Manifesto Sardo, Madiba.

A supportare il sit in anche i ragazzi di Sa Domu – Studentato Occupato e Casteddu Antifascista, che da anni organizzano attivamente una campagna di informazione e di lotta contro il neofascismo in città. “Cagliari non è una città razzista – sottolinea Nicolino Piras – ma è importante lavorare per togliere terreno alle ideologie neofasciste che purtroppo si stanno affermando in altre città. I media e un certo tipo di informazione alimentano  la paura verso i migranti, ecco perché occorre essere presenti sui territori e parlare con le persone”.

Tra i manifestanti ieri c’erano anche molti cittadini che hanno vissuto esperienze di emigrazione: “Sono stata in Irlanda e in altri paesi europei per lungo tempo, sono rientrata stabilmente in Sardegna cinque anni fa e ora lavoro come interprete – racconta Marta Cadoni, 41 anni – non posso dire di aver trovato al mio ritorno una città razzista ma quello che sta accadendo oggi in Italia è pericoloso: vengono accettati e sdoganati comportamenti e messaggi aggressivi e il timore, dopo l’omicidio di Fermo, è che possa esserci una escalation di violenza. In Sardegna non vedo un razzismo attivo, serve comunque una condanna ferma e decisa da parte di istituzioni e società civile verso chi professa odio e intolleranza”.

Gli antifascisti cagliaritani stanno organizzando anche un’altra giornata di mobilitazione: “I razzisti di Noi con Salvini scenderanno in piazza il 23 luglio con un corteo che partirà dalla centrale piazza Matteotti,  dove numerosi profughi trovano rifugio di fortuna e dove recentemente vi è stato un brutale pestaggio ai danni di un ragazzo migrante, per andare in direzione del Palazzo del Consiglio Regionale a propagandare le idee xenofobe nella speranza di trovare lì orecchie pronte ad ascoltarli. Ci saremo anche noi”.

Sulla questione dei migranti che hanno trovato rifugio provvisorio in piazza Matteotti ha commentato anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, presente al sit in di ieri: “È un problema delicato per cui stiamo cercando una soluzione. Quel che è certo è che la presenza dei migranti in città non può essere strumentalizzata per fini razzisti”.

Francesca Mulas

 

 

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