Si è conclusa col suono delle launeddas e unu ballu tundu nella piazza antistante il Duomo di Cagliari, la celebrazione religiosa de Sa Die de sa Sardigna. A officiare la messa, l’arcivescovo Arrigo Miglio e alcuni parroci tra i quali Don Mario Cugusi, noto per la sua sarditudine e il suo spirito popolare. Ma la vera particolarità di questa celebrazione è stata la “sperimentazione di una sorta di plurilinguismo”. Infatti i testi liturgici, i canti e le diverse preghiere sono stati leti e cantati in tre lingue: sardo, latino e italiano. Un “plurilinguismo”, voluto dal Comitato per “Sa Die de sa Sardigna” della Fondazione Sardinia, e che secondo gli organizzatori “evita ostacoli in una celebrazione che vuole essere decorosa, vera, partecipata, sentita come propria”.
Poco prima della celebrazione religiosa Salvatore Cubeddu, presidente della Fondazione Sardinia, ha dato la parola a Nereide Rudas che dai banchi dell’uditorio ha voluto sottolineare l’importanza della libertà civica nel mondo d’oggi. La messa ha poi avuto inizio con il susseguirsi dei canti in sardo e in latino eseguiti dai cori “Cuncordu Sas Enas” di Bortigali, il “Coro di Bosa”, “Sos Cantores de Irgoli”.
L’arcivescovo officia in latino e in italiano. E prendendo spunto dalla lettura evangelica concentra la sua omelia sul termine “patria”. “La Sardegna è la nostra patria -dice – e il suo valore sta nel voler relazionarsi e aprirsi con tutti”. “Costruire orizzonti di speranza, attraverso i sardi nativi e i sardi adottivi, tutelando il nostro territorio e valorizzando la nostra cultura, non solo come memoria o nostalgia, ma come cammino verso una patria futura e definitiva.” Don Cugusi si è rivolto ai fedeli in sardo: “Tocat a torrari a aciapari su spiritu ‘e Deus in totu su ci feus, in sa politica e in su traballu, poita sa Sardigna tenet bisongiu de Giustizia e Beridadi” (è necessario afferrare lo spirito di Dio in tutto ciò che facciamo, nella politica e nel lavoro, perchè la Sardegna ha bisogno di Giustizia e Verità).
La celebrazione si è conclusa con la nota melodia dell’Ave Maria sarda, una preghiera che ha unito nel canto le circa 200 persone presenti. I diversi suonatori di launeddas tra cui Stefano Pinna, Graziano Montixi e Marcello Trucas hanno poi sfilato verso il sagrato, davanti a decine di turisti armati di macchina fotografica.
Ornella Demuru