Il Comune di Cagliari non sa quali siano le proprietà abbandonate, inutilizzate, dismesse e non più destinate ai fini istituzionali in capo al ministero della Difesa e dunque non ha mai incassato l’Imu, così come prevedono le norme, perdendo potenzialmente milioni di euro, dal 2012 a oggi. L’ammissione arriva direttamente dagli uffici del servizio Tributi e patrimonio (leggi), in risposta ad un accesso agli atti presentato il 22 dicembre scorso (leggi) dal senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti. Passata sotto silenzio per oltre tre mesi, la richiesta del parlamentare è stata evasa oggi, con abbondante ritardo e risultati sconcertanti.
Anche perché non si parla di pochi spiccioli. Come ricordava Cotti nella richiesta inviata agli uffici comunali, grazie all’Imu corrisposta dal ministero della Difesa per gli immobili di pertinenza nel comune di Sesto Fiorentino, le casse pubbliche incassano un milione di euro l’anno (guarda). Considerando che a Cagliari di certo non mancano le strutture in capo al ministero della Difesa – la lista è lunghissima – è chiaro che negli ultimi anni le casse comunali hanno potenzialmente subito un ammanco notevole.
E invece “le intestazioni catastali degli immobili riconducibili al Ministero della Difesa non sono uniformi né complete di codici fiscali idonei a individuare univocamente i soggetti titolari – scrive la dirigente comunale -. Molti immobili destinati a sedi militari risultano a tutt’oggi, oltre tutto, accatastati in Catasto Terreni come ‘Fabbricato Urbano da Accertare’; le indicazioni toponomastiche riportate in atti catastali per le unità censite in Catasto Fabbricati sono, in molti casi, oltre che non corrispondenti alla attualità, anche molto vaghe, con riferimenti poco precisi a zone o località di ampiezza consistente, impedendo l’immediata corretta individuazione delle costruzioni; l’inaccessibilità alle planimetrie degli immobili, anche per le unità catastali già censite in Catasto Fabbricati, in relazione alla originaria natura militare degli edifici ed alle norme di riservatezza”.
Insomma, parte della responsabilità sarebbe da attribuire al ministero, che – indirettamente – non ha permesso agli uffici comunali di eseguire tutti gli accertamenti del caso tanto che la dirigente aggiunge: “Non si vede come, in alternativa, si possa efficacemente ottenere dagli Enti titolari, ovvero da eventuali Concessionari, l’accatastamento delle unità immobiliari attualmente in essere, rilevato che a tale adempimento gli stessi soggetti erano tenuti a provvedere autonomamente sin dalla dismissione degli edifici dagli impieghi”. Quindi, “per le motivazioni sopra esposte non sono stati emessi avvisi di accertamento IMU nei confronti del Ministero Della Difesa”.
Eppure, già la Regione aveva effettuato una prima ricognizione, mettendo in fila – solo a Cagliari – ben 58 immobili. Per ognuno, viene indicata l’ubicazione, la superficie coperta e soprattutto l’uso (guarda). Un buon punto di partenza, insomma. Qualcosa però pare si stia muovendo, visto che “gli uffici stanno procedendo ad una ricognizione di tutti gli immobili oggetto dell’interrogazione al fine di verificare il tipo di utilizzo e se lo stesso rientra nelle esenzioni previste dalla legge”, assicurano dagli uffici comunali.