Colpo di spugna sulle bonifiche dei poligoni militari: con un decreto legge pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ieri (il 91/2014, leggi), il governo ha infatti equiparato le aree in cui si svolgono le esercitazioni militari ai siti industriali, per i quali sono previste soglie di inquinamento fino a 100 volte più elevate. La decisione gioca a favore dei vertici militari e del Ministero della Difesa, oltre a ‘sminuire’ l’impatto ambientale di decenni di brillamenti.
In particolare si aumentano le soglie di contaminazione. Dati alla mano, questo significa che per i poligoni, i limiti soglia per sostanze inquinanti come il cobalto e l’arsenico passano rispettivamente da 20 mg/kg a 50 e 250 mg/kg. Stesso discorso per gli idrocarburi alifatici cancerogeni come il cloruro di vinile, le cui soglie limite ora sono più alte di 10 volte. E per i diclorobenzeni cancerogeni, oggi tollerati in una quantità 50 volte superiore.
Angelo Bonelli, dei Verdi, ha parlato apertamente di “legge per gli inquinatori. La norma salva l’Ilva, le grandi industrie e i militari”. “È solo un favore ai vertici militari, si alzano i limiti per l’inquinamento dei suoli di 100 volte – scrive in una nota il Coordinamento Nazionale Siti Contaminati -. Il Governo Renzi moltiplica le aree industriali del paese ma l’obiettivo non è creare occupazione ma mettere sotto al tappeto la contaminazione dei suoli delle aree militari alzando anche di 100 volte i limiti di legge”.
Il provvedimento insomma sembra un colpo di spugna sulle bonifiche (anche) dei poligoni militari, proprio ora che la vertenza aperta dalla Regione contro le servitù militari ha raggiunto un punto cruciale e che nelle aule del tribunale di Lanusei si deciderà se per il Poligono Interforze Salto di Quirra si possa parlare o meno di disastro ambientale. La Sardegna, con i suoi oltre 30mila ettari di servitù militari, appare dunque la regione più penalizzata dal nuovo decreto.
Piero Loi