Creare l’allarme, lanciare proclami e dichiarazioni farlocche per poi proporsi all’opinione pubblica – soprattutto in vista delle elezioni regionali – come “Salvatori della Sardegna” contro i soprusi italiani e internazionali. È questo, in sostanza, lo schema che secondo il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti è stato adottato in occasione della ventilata ipotesi che le armi chimiche siriane venissero stoccate in Sardegna.
Dice oggi Cotti: “La Maddalena e Cagliari non sono mai stati presi in considerazione come luoghi di transito o di destinazione delle armi chimiche siriane. Me lo hanno confermato poco fa i ministri Emma Bonino (Esteri) e Maurizio Lupi (Trasporti), a margine di un’audizione tenuta questo pomeriggio alla Camera”. Secondo Cotti, appunto, è probabile che diversi politici isolani abbiano avvallato una ipotesi priva di fondamento al solo scopo di prendersi poi i meriti per aver scongiurato un fantomatico rischio. “Ma la politica – ha aggiunto il senatore sardo – dovrebbe essere cosa seria, da maneggiare con cura”.
L’ultima tappa della vicenda che da qualche giorno tiene banco tra le cronache dei quotidiani con gran profluvio di dichiarazioni da parte del presidente Cappellacci e di altri esponenti del centrodestra, si è avuta ieri, quando il consigliere regionale del Psd’Az Giacomo Sanna aveva dichiarato in aula: ““Secondo le notizie che mi pervengono in queste ore la destinazione della nave danese Ark Futura che trasporta le armi chimiche provenienti dalla Siria è il porto di Cagliari“.
Oggi la smentita: le armi sono dirette a Gioia Tauro. E la destinazione, pare, non è mai cambiata. Tant’é: “Abbiamo sventato un vero e proprio delitto contro la nostra Isola”, ha commentato Cappellacci.