Una serie di esposti alle procure di Roma, Pisa, Verona e Brescia sull’invio di armi dalla Sardegna all’Arabia Saudita. Li hanno presentati oggi i rappresentanti della Rete italiana per il disarmo. Secondo gli esposti, “il Governo ha autorizzato invii di munizionamento verso lo stato arabo, coinvolto in un conflitto armato in Yemen e responsabile di numerose violazioni dei diritti umani”, riporta l’agenzia LaPresse.
“Anche una sola di queste due condizioni – spiegano le associazioni – vieterebbe l’invio di armi: la legge 185/1990 impedisce l’export o anche solo il passaggio in questi due casi. L’autorizzazione del ministero degli Esteri, non sarebbe quindi in linea con la legislazione che impone trasparenza nell’export di armamenti”.
Nei documenti richiesti al Governo dalle associazioni non viene fatta menzione del Paese destinatario degli armamenti, ma “i numeri di serie dimostrano che queste bombe sono quelle esplose in Yemen”, ha spiegato Francesco Vignarca, di Rete per il disarmo. Le associazioni hanno spiegato che il cargo è partito, di volta in volta, da un porto o un aeroporto sardo, scortato dall’esercito e da un team dell’azienda produttrice, Rwm Italia, controllata da Rheinmetall Defence, con sede a Domusnovas. Gli invii sono avvenuti nel corso degli ultimi mesi, anche dopo la visita del premier Matteo Renzi in Arabia Saudita.
In particolare, “due settimane fa un carico di migliaia di bombe è partito dall’aeroporto di Cagliari-Elmas – si legge in una nota – con destinazione la base dell’aeronautica saudita di Taif, vicino a La Mecca. A partire dall’ottobre scorso, altri carichi sono stati inviati via aereo cargo e due spedizioni sono state effettuate imbarcando gli armamenti nei porti di Cagliari e Olbia”.
“Abbiamo deciso di presentare gli esposti – ha aggiunto Vignarca – a seguito delle continue spedizioni di tonnellate di bombe dalla Sardegna all’Arabia. Sono bombe che servono a rifornire la Royal Saudi air force che dallo scorso marzo sta bombardando lo Yemen senza alcun mandato delle Nazioni Unite ed esacerbando un conflitto che fino ad oggi ha provocato circa seimila morti. La metà è costituita da civili e oltre 800 vittime sono donne e bambini. La legge italiana vieta non solo l’esportazione, ma anche il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali d’armamento verso i paesi in conflitto armato, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere. E non ci risulta – ha concluso Vignarca – che le Camere si siano mai espresse”.
Alla conferenza stampa di denuncia a Montecitorio hanno partecipato anche il responsabile di Amnesty International Italia Riccardo Noury e diversi parlamentari tra cui Roberto Cotti, Mauro Pili e Pippo Civati.
Per Cotti “non c’è solo la complicità del Governo Renzi sulle bombe prodotte in Sardegna e trasferite in Arabia Saudita, in violazione manifesta della legge italiana per i criminali bombardamenti in Yemen, che stanno facendo strage di civili e ospedali delle organizzazioni umanitarie, piuttosto al lunghissimo elenco di doglianze e denunce, che proprio oggi vengono confermate da un rapporto Onu che sta mettendo in difficoltà lo stesso governo britannico, c’è anche da aggiungere il grave silenzio della giunta regionale sarda, la quale finora non ha trovato il tempo di pronunciarsi sulla fabbrica di ordigni sardi”.