Alluvione a Terralba, dopo due notti si torna a casa

A Terralba, Uras e Solarussa, i centri dell’oristanese più colpiti dal maltempo, è tornato il sereno, le strade sono di nuovo libere dall’acqua ma non si può certo dire che sia terminata l’emergenza. A Terralba molte famiglie che abitavano nei quartieri allagati dall’esondazione del Rio Mogoro sono potute tornare a casa solo questa mattina dopo le due notti trascorse nel centro di accoglienza allestito nei locali delle scuole elementari o presso parenti e amici. Ora c’è da fare la conta dei danni e per centinaia di famiglie ci sono tanti giorni di duro lavoro per rendere di nuovo abitabili le abitazioni invase dal fango o per riavviare, quando sarà possibile, le attività commerciali. Per i piani bassi rilevanti i danni: frigoriferi e lavatrici fuori uso, materassi, divani, lenzuola e coperte da buttare, pavimenti da ripulire e scantinati da svuotare.

L’acqua che ancora a tarda notte impediva l’accesso in via Sardegna a Terralba, la via commerciale più importante del paese, è defluita nelle prime ore del mattino lasciando un panorama di desolazione e di disperazione. Restano allagati molti scantinati e seminterrati. L’unico aiuto concreto è arrivato dagli allevatori di Arborea: sono intervenuti a decine con i loro trattori e le loro autobotti, quelle che usano per raccogliere e spargere sui campi i liquami delle stalle. Ieri hanno lavorato fino a tarda notte. Questa mattina hanno ricominciato alle prime luci dell’alba. Arrivano con i lampeggianti accesi, infilano il tubo aspiratore dentro l’acqua, riempiono le loro autobotti e ripartono per svuotare il carico nei canali che percorrono le campagne del paese. E poi ricominciano. L’alluvione non ha risparmiato nessuno. Assieme alle abitazioni private sono stati colpiti anche esercizi commerciali, uffici, banche e supermercati. Non si sono salvati neanche il poliambulatorio della Asl 5 e i locali della Guardia medica e neanche la Caserma dei Carabinieri. Costruiti anche quelli, senza alcun problema, sul vecchio letto del rio Mogoro e su una palude prosciugata.

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