Caro dottore, le scrivo perché sono preoccupata. Mi chiamo Angela e sono felicemente sposata con un imprenditore da tredici anni. Io sono casalinga, per scelta (sono laureata in lingue) e mi dedico alla casa e al mio bambino di dieci anni con soddisfazione. In questi ultimi tempi Matteo mostra sempre più spesso paure per me immotivate: la mattina non vuole andare a scuola perché “ha paura della tale maestra o del nuovo compagno di classe …” oppure esce dal campo di calcio in cui si sta disputando una partita di campionato “perché ha paura del bambino che lo marca” . E’ sempre stato molto sereno ed amato per cui non capisco cosa stia accadendo. Ultimamente (diciamo da alcune settimane), la sera con l’arrivo del buio, mi chiede di essere accompagnato al bagno o in camera sua “perché ha paura dei ladri”. Viviamo in una casa molto grande ma non abbiamo mai subito furti o avuto a che fare con ladri. Mi può aiutare?
Angela
Cara Angela, dalla descrizione che fa sembra che Matteo stia attraversando un semplice periodo di insicurezza, di crisi di assertività. Talvolta, soprattutto nella fase preadolescenziale, si vivono stati d’animo molto complessi e difficili da interpretare. Da un lato Matteo si sente un “ragazzino” , vive la fase finale del primo ciclo di studi (quindi è fra i grandi) dall’altra è circondato di attenzioni per cui sente di “non avere ancora le piume giuste per volare lontano dal nido”. Sembra che Matteo stia sviluppando da un lato un po’ d’ansia da controllo (ciò che è nuovo mi spaventa e non mi confronto …) dall’altro stia invece cercando protezione “mamma aiutami perché non ce la faccio da solo …” . Provi un po’ a lasciare che Matteo viva qualche frustrazione e debba misurarsi con le sue forze di fronte a piccole difficoltà: questo forse gli darà più sicurezza nei suoi mezzi senza che “mamma sia sempre lì a risolvere i suoi problemi”. Se è possibile cominci ad affidargli piccoli compiti in cui deve fare in autonomia, come entrare in una rivendita ed acquistare qualcosa, spedire una lettera, uscire da solo per andare da un amico o simili. In casa gli dica che “lei c’è … ma che basta accendere le luci e andare in camera o al bagno da solo”. Parli con lui delle paure che sta provando, se le faccia spiegare e mostri interesse per queste (non le sminuisca né prenda in giro Matteo dicendogli che è un ometto o cose simili …) senza però mostrare apprensione. In questa tipologia di problemi a volte è più utile un gioco che un intervento specialistico. Se ha voglia e tempo giochi con suo figlio e suo marito a nascondino stando in casa con le luci spente … mi faccia sapere se funziona.
Antonello Soriga
Chi ha un caso da segnalare o un parere ad Antonello Soriga da chiedere scriva a psychiatrichelp@sardiniapost.i
(Antonello Soriga, psicologo e psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale, svolge attività clinica in regime di libera professione a Cagliari. E’ stato professore a contratto presso la facoltà di Scienze della Formazione di Cagliari e più volte membro della Commissione esami di Stato alla professione di Psicologo. Dal 2009 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari. Presiede il Centro di psicologia sistemica di Cagliari ed è responsabile scientifico dell’Associazione Sardegna Bielorussia. Tra le sue opere “L’altalena di Chernobyl”, Armando Editore, e alcune pubblicazioni accademiche).