Ho 22 anni, vivo da solo ormai da anni ma da qualche tempo non riesco più a stare solo in casa o a dormire con la luce spenta… è una paura che avevo da ragazzino perché una volta mia nonna mi chiuse a lungo al buio in uno stanzino. E mi rimase questa paura. Adesso però mi vergogno un po’ dato che ho una ragazza che verrà a vivere con me, questa fobia mi crea non pochi disagi.Come posso risolverla?
Agostino
Caro Agostino, il buio nasconde gli oggetti alla nostra coscienza, si insinua come elemento inconscio di pericolo e stimola la parte più antica del nostro cervello in cui scattano i meccanismi di difesa dai predatori notturni. Tutti abbiamo, in un certo senso, paura del buio perché tutti siamo animali e abbiamo sperimentato lo smarrimento dell’assenza di luce.
I nostri occhi, contrariamente a quelli di alcuni animali, non sono in grado di vedere nel buio: prima della scoperta del fuoco la paura dell’oscurità era connessa al timore che tutto il mondo circostante venisse inghiottito dalle tenebre, portando con sé l’idea che il mondo potesse non essere lo stesso al ritorno del giorno. Per dare una spiegazione di questo fenomeno quasi in tutte le culture sono stati creati dei miti: la luce è ciò che viene accostata alla vita, mentre le tenebre rappresentano la morte anche nell’immaginario di alcune religioni.L’acluofobia (in greco, achlys, oscurità, e fòbos, fobia), o scotofobia, nasconde,come dicevo, il timore di cosa potrebbe succederci.
Quando non vediamo nulla, anche una stanza che conosciamo bene può sembrarci estranea e piena di potenziali minacce. I bambini , quasi tutti, vivono il buio con senso d’ansia e richiedono la presenza delle figure d’attaccamento, di protezione. Negli adulti il più delle volte la scotofobia è il retaggio di una spiacevole esperienza capitata in assenza di luce, solitamente proprio quando si era bambini,così come dici sia accaduto a te. Avevi una nonna assai crudele e insensibile, lo dico per inciso.
Questa paura provata da bambino, con l’avvento della età adulta, si è sopita ,e forse sarebbe potuta star buona chissà per quanti anni ancora. Probabilmente a risvegliarla è stata una situazione di stress, un periodo difficile e la tua prossima convivenza potrebbe essere una condizione problematica sufficiente… avrei bisogno, su questo, di un approfondimento data anche la tua giovane età. Posso suggerirti alcune strategie di “evitamento” che in un certo qual modo lavorano sul sintomo, non sulla risoluzione del problema.
Per esempio puoi acquistare una lampada che si spegne con un timer, dopo alcune ore che stai a letto o puoi in alternativa adottare microluci che normalmente si usano con i bambini … ma se vuoi “guardare in faccia il problema” è sicuramente utile un ciclo di psicoterapia di orientamento cognitivo – comportamentale. In questo tipo di psicoterapia, normalmente, si invita il paziente a ri- vivere le esperienze per cui si è sviluppata la paura procedendo per piccoli passi verso una desensibilizzazione rispetto allo stimolo spiacevole.
In una seconda fase si va più a fondo per cercare di “ristrutturare” il trauma infantile e ricollocarlo cognitivamente in modo che non nuoccia più. Per risolvere il problema può bastare un ciclo di dieci sedute settimanali, ma a volte servono alcuni mesi di incontri.
Antonello Soriga
Chi ha un caso da segnalare o un parere da chiedere scriva a psychiatrichelp@sardiniapost.it. Saranno ovviamente garantiti totale riservatezza e anonimato.
(Antonello Soriga, psicologo e psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale, svolge attività clinica in regime di libera professione a Cagliari. E’ stato professore a contratto presso la facoltà di Scienze della Formazione di Cagliari e più volte membro della Commissione esami di Stato alla professione di Psicologo. Dal 2009 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari. Presiede il Centro di psicologia sistemica di Cagliari ed è responsabile scientifico dell’Associazione Sardegna Bielorussia. Tra le sue opere “L’altalena di Chernobyl”, Armando Editore, e alcune pubblicazioni accademiche).
Antonello Soriga