Da Andrea Pubusa, avvocato, giurista e professore ordinario di diritto Amministrativo all’università di Cagliari, riceviamo e pubblicato questa lettera. È una risposta alla proposta dell’ex presidente della Regione, Pietrino Soddu, sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Soddu ha invitato i sardi a riflettere sulla possibilità di “annullare la scheda scrivendo ‘Sardegna’”, con l’obiettivo di portare la questione isolana di nuovo al centro del dibattito nazionale. Così in un’intervista pubblicata nei giorni scorsi da Sardinia Post (leggi qui).
Caro Pietrino,
non sarò certo io a stigmatizzare le azioni di resistenza civile, ma ti pare che il 4 dicembre si possa annullare la scheda, seppure scrivendo “Sardegna”, mentre i vertici istituzionali sardi i presidenti della Regione e del Consiglio regionale, Pigliaru e Ganau, baciano senza vergogna la pantofola di Renzi, segretario e capo del governo! Sono certo che se potessimo interpellare Renzi in persona sulla tua proposta, la approverebbe senza esitazione e con entusiasmo, perché quei voti annullati esprimono una protesta che sottrae voti al NO.
Caro Pietrino, non è vero che il NO e il Sì sono uguali. D’accordo con te, “per la nostra Isola non è più tempo di limitarci a difendere la specialità autonomistica”. D’accordo anche sulla necessità di un salto verso il federalismo all’interno dello Stato unitario Italia, ma questo salto è favorito da una sterzata neocentralista e autocratica?
Caro Pietrino, tu stesso ammetti che l’annullamento delle schede destinate al No, aiuta il Sì. E lo spieghi con la tua abituale lucidità, quando dici che la riforma Renzi-Boschi non ti piace. “Allo stato attuale – affermi – io sono più orientato verso il No. Mi ritrovo sulle posizioni di Onida, Zagrebelsky e De Siervo, tutti ex presidenti della Consulta, costituzionalisti che conosco direttamente e coi quali ho lavorato, anche a Sassari, dove hanno insegnato. Ne condivido l’analisi sulla mutazione inopportuna dell’architettura complessiva che, attraverso il combinato disposto con l’Italicum, configura uno Stato centralista con più ridotti spazi di democrazia. Il che si tradurrebbe pure in un difficile esercizio dei valori di uguaglianza, libertà e solidarietà”.
E allora? Allora, se sei federalista e sei “convinto del fatto che la specialità autonomistica non sia più l’assetto migliore” e sei convinto che la proposta Renzi-Boschi, come tu stesso dici “allontana e rifiuta questa prospettiva, perché umilia i regionalismi a scapito di un maggiore e inaccettabile neocentralismo”, non puoi pensare a gesti clamorosi, devi dire NO.
In vista del 4 dicembre molti i sovranisti sardi si sono già organizzati col comitato #BallaCaNo, pur partendo da presupposti simili ai tuoi ed anzi più radicali.
Caro Pietrino, alcune decine di migliaia di schede con la scritta Sardegna non farebbero notizia, verrebbero sommerse nel mare dei commenti sul risultati generale. farebbe più notizia se Pigliaru, anziché fare il servo sciocco di Renzi, dicesse un tondo NO, con le tue motivazioni. Se, invece, vince il Sì, il tuo generoso anelito verso nuovi spazi di sovranità sarebbe schiacciato da un concreto e duro neocentralismo, come tu stesso dici.
La Sardegna non sarebbe più forte ma più isolata. Pensaci a mente fredda, rifletti sulla capitolazione vergognosa dei vertici della Regione sarda, nella loro genuflessione al potere centrale e centralistico e ti convincerai che una tua dichiarazione per il NO sarebbe il gesto più clamoroso di protesta verso questa capitolazione dei nostri vertici nella Regione di Lussu, Gramsci, di Dettori, Cardia e di Pietrino Soddu. La vera reazione clamorosa a questa calata di braghe di Pigliaru, Ganau & C. C. è che il 4 dicembre in Sardegna le urne si riempiano di un mare di NO.
Con immutata stima,
Andrea Pubusa