Dal movimento spontaneo ‘Donne libere in lotta per il diritto alla salute. Noi che non aspettiamo l’8 marzo’ riceviamo e pubblichiamo.
Esprimiamo il nostro disappunto leggendo le notizie apparse recentemente sulla stampa locale e i vari media, in cui il Direttore Generale dell’ATS Sarda, Dott. Fulvio Moirano, cita i dati dei risparmi ottenuti con i tagli, che lui ha definito “razionalizzazione”, riguardo la gestione economica della sanità in Sardegna. Premesso che la gestione della sanità sarda è già deficitaria da diversi anni, e che il disavanzo storico era già nel 2016 di 242 milioni di euro, ben vengano tutte le azioni che servono a contenere e razionalizzare le risorse in un’ottica di risanamento degli sprechi sino ad oggi effettuati.
Ma non accettiamo che questi tagli siano stati fatti sulla pelle dei pazienti/contribuenti sardi, che non hanno avuto e/o percepito nessun miglioramento nella quantità e nella qualità dei servizi erogati, se non in rarissimi casi, come per la somministrazione gratuita dei farmaci “SALVAVITA” per l’epatite C, spendita che però ci viene rimproverata dall’Assessore Arru!
Riteniamo che una seria riforma sanitaria, per essere considerata tale, non posa prescindere dal tener conto della particolarità del territorio, in questo caso la Sardegna, che ha una popolazione di appena 1.653.153 abitanti distribuiti su una superficie di 24.100,02 kmq (la più vasta dopo il Piemonte).Questo a prescindere che si tratti di ATS o AOU.
Recentemente ci siamo fatte portavoce presso l’URP della AOU e ATS di Sassari delle molteplici lamentele di molti utenti che non sono a conoscenza del servizio, perché gli uffici, come tanti altri della sanità sassarese, sono privi di segnaletica adeguata.
La maggior parte delle segnalazioni che abbiamo inoltrato, compilando una modulistica che però potrebbe essere semplificata, per renderla accessibile a tutti, riguarda la situazione dei servizi igienici e la relativa dotazione del materiale necessario(soprattutto nei luoghi della sanità!) le condizioni di porte, illuminazione ecc.
Le segnalazioni hanno riguardato anche il fatto che per i prelievi periodici del sangue, durante le terapie chemioterapiche perciò immuno depressive, i laboratori sono promiscui, quindi con alto rischio di infezioni per i pazienti oncologici.
Come movimento di donne oncologiche non possiamo esimerci dal rimarcare che all’interno di questa razionalizzazione, di cui parla Moirano, non abbiamo notato nessun miglioramento dei servizi a noi dedicati.
Per esempio, la “così detta” Breast Unit, che a Sassari ha preso il nome di SMAC, per adesso è solo rappresentata da un NUMERO VERDE 800559988, a cui ci si può rivolgere per appuntamenti programmati, mentre gli aspetti logistici, organizzativi e di comunicazione, sono sempre fermi al palo.
Nei locali della clinica oncologica universitaria, per citarne una, dedicati alle terapie, gli arredi disponibili sono insufficienti e in pessimo stato per soddisfare il numero dei pazienti, che negli ultimi anni sta aumentando in modo esponenziale. Le pazienti onco-senologiche aspettano da mesi gli arredi promessi dalla Direzione Sanitaria AOU.
A tale proposito chiediamo anche al Dottor Moirano: “Che fine ha fatto il registro dei tumori di Sassari e Olbia? L’aggiornamento è sempre bloccato al 2012?” O dobbiamo aspettare anche per questo la “Riforma della Rete Sanitaria?”.
Continueremo a chiedere sempre servizi sanitari veloci e di qualità per i cittadini sardi, per non essere costretti, per curarci, ad “emigrare verso altri lidi”, che attualmente, pur rappresentando spesso l’unica via per una rapida soluzione ai nostri problemi di salute, costano alla Regione sarda più di 200 milioni di euro. Qual’è quindi il risparmio di cui parlano i dirigenti sanitari, pagati dai contribuenti sardi più dei loro colleghi d’oltre mare, per i quali è previsto un massimale di 154.937 euro, mentre in Sardegna sono previsti 200.000 euro (con un’aggiunta di 40.000 euro se gli obiettivi saranno raggiunti), cifra che a suo tempo fu contestata, al Presidente Pigliaru, anche dalla Ministra Lorenzin?
È possibile che i risparmi siano sempre solo sulla nostra pelle?
Annalisa Ciani, Pierina Cilla, Luana Farina Martinelli, Sonia Pippia
per il movimento spontaneo Donne libere in lotta per il diritto alla salute. Noi che non aspettiamo l’8 marzo
(foto di Roberto Pili)