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Il Pd e Michela Murgia. L’intervento di Marcello Fois

Questo il testo dell’intervento di Marcello Fois (pubblicato da La Nuova Sardegna nel numero di giovedì 19 dicembre col titolo: “Il Pd non si suicidi: c’è l’ipotesi Michela Murgia). Lo riproponiamo integralmente perché è un testo indispensabile per seguire il dibattito all’interno del centrosinistra e delle forze dell’area indipendentista in vista delle prossime elezioni Regionali.

Se io fossi Matteo Renzi, e dovessi sbrogliare la complicata matassa del Pd sardo, non ascolterei chi mi dicesse che al momento esista, dentro a quel partito in quella Regione, un candidato attendibile e, soprattutto, eleggibile a breve. Gli umori, se non i sondaggi, parlano chiaro: la Barracciu non passerebbe. Punto.

Ora Renzi è politico realista, non credo che amerebbe una vittoria di Forza Italia alla prima consultazione elettorale dopo l’investitura coram populo alla guida del Pd. Ma questo è quanto accadrà se non si trova una soluzione al volo. Non che le sorti della Sardegna pesino più di tanto, ma per Renzi, che è uomo attento ai simboli, dovrebbero pesare, perché uscire bene da questa empasse significherebbe dare prova di carattere e iniziare il suo mandato nel modo giusto. Quindi il punto è: come può fare Renzi a portare la Sardegna nell’area del centro-sinistra nonostante non abbia nessun candidato spendibile in proprio? Può indire nuove primarie, dice qualcuno, far sì cioè che dal cilindro spunti qualcuno non indagato, non vecchio, magari donna, e magari in grado di guadagnare decine di punti percentuali in due mesi.

Chi? Ganau dice qualche altro, il secondo classificato, ripescato e messo a correre per recuperare; Massimo Zedda dice qualcun altro, che dovrebbe abbandonare il lavoro su Cagliari per rischiare di non farcela in Regione; esiste anche l’ipotesi Soru che, dopo gli anni dell’ostracismo del Pd locale, verrebbe implorato dal Pd nazionale di mettersi a disposizione. Mi paiono tutte soluzioni impraticabili: Ganau è un patrimonio da non sprecare; Zedda non ha motivo di accettare adesso quanto potrebbe spettargli tra pochi anni; Soru dovrebbe far pagare caro il fuoco amico a cui è stato sottoposto in questi anni: per lui è auspicabile un incarico nel primo governo Renzi.

Altra soluzione sarebbe constatare la situazione con senso di responsabilità, rinunciare a un proprio candidato, esponendosi pubblicamente e senza condizioni, a favore dell’unica candidata progressista, e forte, che abbiano a disposizione: Michela Murgia. Il rischio sarebbe controllato perché trattasi di candidata democratica nella pratica, e non solo a parole, e dalla sua elezione in termini di pluralismo si rischierebbe assai meno che se si lasciasse rivincere Cappellacci per la solita passione suicidiaria del Pd sardo.

A Renzi occorre che qualcuno racconti la storia di questo Pd sardo in tutto connesso alle forze che avrebbe dovuto combattere: nelle consorterie locali, nell’edilizia selvaggia, nel trasversalismo occhiuto. E narrare dell’assenza scientifica di opposizione negli ultimi 5 anni di consiglio regionale, con un partito chiuso nel silenzio di chi preferisce il potere del proprio cortiletto al governo. Poi passare alla deprimente faccenda algherese in cui il referente del Pd locale benedice, in quota centro-sinistra, un sindaco proveniente dal centro-destra, che nomina un assessore al bilancio tesserato Pdl. Quindi Olbia, dove al centro-sinistra non resta che contare i morti provocati dallo sviluppismo proclamato da se stesso quando era centro-destra.

Bisognerebbe narrargli del luogo comune, diffuso ad arte, secondo cui la candidatura Murgia avrebbe tolto assensi al Pd, perché le dichiarazioni di voto, a migliaia, dicono che è solo la fragilità della candidatura Barracciu a prospettare la vittoria di Cappellacci. Magari a Matteo Renzi, che si è imposto come “rottamattore”, parrà rivoluzionario non avere un candidato ufficiale, stare, come è successo a lui a suo tempo, fermi un giro, e vedere quanto i progressisti sardi ci tengano a sconfiggere la destra. Perché chiunque si definisca progressista non può pensare che senza la Barracciu, o in assenza di un candidato ufficiale del Pd, sia meglio votare Cappellacci. Realisticamente. E Renzi è uomo realistico: dovrebbe spiegare a tutti i compagni sardi i quali a suo tempo hanno votato e fatto votare, Cappellacci, pur di non far passare Soru, che il punto dovrebbe essere sempre di portare voti al centro-sinistra, non convogliarli, per dispetto, nel centro-destra, perché poi si rischia, di evirarsi per far dispetto alla propria moglie. Appunto.

Marcello Fois

 

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